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giovedì 9 febbraio 2012

Il viaggiatore che parlava solo di se stesso

Parlo eternamente di me

Così afferma perentoriamente Francois-Auguste de Chateaubriand nell'introduzione al suo Itinerario da Parigi a Gerusalemme, pubblicato nel lontanissimo 2011, libro che molti indicano come inizio della letteratura di viaggio moderna, capostipite di una genealogia che nel tempo ci regalerà i Chatwin, i Bouvier, i Leigh Fermor.

E come nota Stenio Solinas nel suo bel libro (Da Parigi a Gerusalemme, Vallecchi) su questo nobile fuori dal tempo e dalla storia, che seppe essere diplomatico della Francia reale e vagabondo senza una meta, Chateuabriand era certo uno molto pieno di sè. Di lui il perfido Talleyrand assicurava:


Da quando non sente più parlare della sua gloria, si è convinto di essere sordo

Eppure la nostra letteratura di viaggio nasce proprio da lì, da quel parlo eternamente di me, somma vanità dell'uomo che si mette in viaggio. E che si permette di parlare dei paesi che incontra parlando solo di se stesso.

Eppure è così: prima c'erano i diari di bordo, i resoconti scentifici, i cataloghi naturalistici, le relazioni. Dopo c'è l'uomo, c'è lo scrittore, che sta nel mondo che attraversa, che lo racconta attraverso i suoi sguardi e le sue emozioni.

Perché il viaggio è questo: scoprire incidentalmente il mondo scoprendo se stessi.

martedì 7 febbraio 2012

Chateaubriand chi, quello della bistecca?

Chateuabriand è quello della bistecca?

Comincia con questa domanda irriverente, però poi sono ben altre le domande che si pone e pone Da Parigi a Gerusalemme. Sulle tracce di Chateaubriand, il bel libro di Stenio Solinas proposto dall'editore Vallecchi. Domande che solo incidentalmente hanno a che vedere con la gastronomia e molto invece con il nostro cammino nel mondo.

Libro inaspettato, questo, libro da ascrivere nell'elenco sempre un po' avaro delle belle sorprese. Libro allo stesso tempo denso e leggero, e che è molte cose, saggio, reportage, racconto di viaggio, riflessione sui fatti della vita e della storia.

Libro che ha a che vedere con la passione giovanile per il visconte Francois-Auguste de Chateaubriand, letterato, intellettuale a cavallo tra due secoli, tra due epoche, ultimo dei classici, primo dei romantici, uomo immerso nelle vicende della storia eppure irrevocabilmente esule della storia.

Controrivoluzionario che celebra il passato e lo sotterra, eroe per caso dei tanti nostalgici che non gli legavano le scarpe, solitario tra i solitari che si dava già per morto mentre si lasciava portar via da una piena di emozioni e passioni, tanto da raccontare la sua vita come se fosse morto, nel suo straordinario Memorie d'Oltretomba.

Con tutto questo, chi legge oggi Chateaubriand? Chi lo conosce?

Pensare che il suo viaggio fino a Gerusalemme, che Solinas oggi ripercorre, ha segnato anche la nascita della moderna narrativa di viaggio.

Il fascino di questo libro è anche questo, imbattersi in un uomo dei nostri tempi, penso ora a Solinas, che, prima ancora di scrivere un libro, ha intrattenuto un dialogo fitto fitto con un uomo di due secoli fa, indagando nelle pieghe della sua vita, lasciandosi conquistare dalle sue parole.

Mi intriga quel ragazzino che teneva questo autore scampato alla ghigliottina nel posto di onore della sua libreria, che passava le serate rincorrendo le sue righe. Succede che da predilezioni come queste, o anche più strampalate, discenda qualcosa di buono per la vita.

Un libro, magari. Oppure una bistecca come il visconte comandava.

martedì 31 gennaio 2012

Com'era grande il mondo ai tempi di Chateubriand

A mezzogiorno gettammo l'àncora davanti Modone, un tempo Methoni, in Messenia. In un'ora ero già a terra, calpestavo il suolo della Grecia, ero a dieci leghe da Olimpia, a trenta da Sparta, sulla strada che tenne Telemaco per andare a chiedere notizie di Ulisse a Menelao: non era nemmeno un mese che avevo lasciato Parigi

Era il 1811, un'era geologica fa, quando Francois-Auguste de Chateaubriand pubblicava il suo Itinerario da Parigi a Gerusalemme, opera che, si dice, segna il debutto della moderna letteratura di viaggi: non lo sapevo e lo sto imparando solo in questi giorni grazie a un gran bel libro di Stenio Solinas, Da Parigi a Gerusalemme, pubblicato da Vallecchi.

Tornerò su questo libro e tornerò su Chateubriand, però che effetto straniante che ti lascia questo passaggio: da Parigi alla Grecia dei sogni e dei versi antichi in nemmeno un mese.

Davvero era un grande viaggio.

E quanto era più vasto il mondo, allora. Quanto è cambiata da allora la nostra percezione del tempo e dello spazio.

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