Visualizzazione post con etichetta Robert Musil. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Robert Musil. Mostra tutti i post

sabato 10 agosto 2013

Era una bella giornata d'agosto, era il 1913


Sull'Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. 

Le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. 

Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa.

Insomma, con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d'agosto dell'anno 1913.

(Robert Musil, incipit de L'uomo senza qualità, Einaudi)

domenica 29 luglio 2012

Non potete avere ragione dei libri

Vano, spiega Luciano Canfora nel suo splendido Libro e libertà, è riguardare i libri con l'intento di sopraffarli.

Vero, verissimo. E a proposito calza a pennello la storia del generale Stumm tratta dall'Uomo senza qualità di Robert Musil.

Il generale Stumm -  un nome che è un destino - visita la grande biblioteca come se penetrasse tra linee nemiche. In effetti per lui leggere i libri è come uccidere nemici. Un'altra guerra, dove i libri vanno fatti fuori uno a uno.

Solo che al cospetto di tutti quei volumi, allineati sugli scaffali, si sente pervadere da uno strano sgomento. Cosa fare con tutti quei libri? Come averne ragione, alla fine?

Allora, quasi che un numero potesse essere un relitto a cui aggrapparsi, domanda quanti siano i volumi conservati nella biblioteca. Tre milioni e mezzo, gli risponde il bibliotecario.


In quel momento mi sono fermato su due piedi e tutto l'universo mi è sembrato un grande imbroglio. Anche adesso che mi sono calmato, ti dico e ti ripeto: qui c'è qualcosa di fondamentalmente sbagliato!

E non so dirvi perché, ma c'è qualcosa di profondamente vero in questa storia.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...