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sabato 26 luglio 2014

Abele e Caino, nelle parole del grande Borges

Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. 

I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. 

Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. 

Abele rispose: "Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima". 

"Ora so che mi hai perdonato davvero" disse Caino "perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare". 

Abele disse lentamente: "È così. Finché dura il rimorso dura la colpa".

(Jorge Luis Borges, da Elogio dell'ombra)

giovedì 30 maggio 2013

Quella Cina raccontata con il noir

Questo era tipico dell'ispettore capo Chen, farsi rapire da una poesia della dinastia Tang nel mezzo delle indagini su un omicidio. Forse Chen aveva bevuto troppa birra. Un mese prima, l'investigatore Yu l'avebbe presa come un'altra prova della romantica eccentricità del shuo principale. Ma quel giorno la trovò accettabile.

Dicono che Qiu Xiaolong - un nome che non mi entrerà mai per la testa - sia il maestro assoluto del noir cinese e che leggere i suoi libri sia un buon modo per conoscere la Cina contemporanea. Un buon viatico per provare la lettura, non fosse altro che per curiosità: Cina e noir, per quanto mi riguarda, finora appartenevano a due pianeti diversi.

Così ho cominciato con La misteriosa morte della compagna Guan, primo della serie, pubblicata in Italia da Marsilio, dedicata all'ispettore Chen della polizia di Shangai. E sapete? Non è andata male.

E' anche probabile che, ad aspettarsi alta tensione e delitti a raffica, si finisca per impantanarsi nella lettura, con qualche inevitabile delusione. Però che bella questa figura dell'ispettore Chen, che incrocia le indagini con i tesori della poesia del Celeste Impero. E se tanto mistero poi non c'è, intorno alla morte della compagna Guam, in fondo il mistero è tutto intorno, nella Cina che Qiu Xiaolong, ci racconta dall'interno, portandoci nei posti di lavoro, nei condomini, nelle strade del dopo Mao (siamo nella Shangai delle riforme di Deng Xiao Ping).

E potremmo anche ragionare sul fatto che l'autore da tempo vive negli Stati Uniti, e che così è tutto più facile. Ma io una Cina raccontata così non l'avevo ancora trovata. Magari ha davvero ragione chi va sostenendo che il noir può essere il romanzo sociale della nostra epoca.

domenica 20 gennaio 2013

Il giorno che per caso entrarono in libreria

Insieme, un giorno di libera uscita, entrarono per caso in una libreria che vendeva libri usati. 

La letteratura non li aveva mai interessati particolarmente, ma un volumetto con la copertina consunta attirò la loro attenzione a causa del titolo.

Si immaginarono una storia avvincente di delitti. Quando lo diedero al libraio per pagarlo, quello li guardò con un sorrisetto, sul momento non capirono perchè. L'autore si chiamava Dostoevskij. Il libro "Delitto e castigo".

Da allora ci tornarono tutte le settimane. Rivendevano un libro e ne compravano un altro. Per dare la differenza, Rocco vendeva le uova che gli portava sua madre.

Conobbero così un mondo che non avevano mai neppure immaginato, spesso pieno di sofferenze non meno di quello in cui vivevano, ma dove c'era sempre una speranza, o un significato, o una possibilità di cambiamento.

(da Mariolina Venezia, Mille anni che sto qui, Einaudi)

sabato 18 agosto 2012

Provate voi a imbattervi in un morto ammazzato

Provate voi a imbattervi nel cadavere di un morto ammazzato. 

Peggio: provate voi a fare quello che deve essere fatto, che dovrebbe essere fatto, una volta che avete constatato un decesso non proprio naturale. Una volta che siete inopinatamente piombati sulla scena del delitto, come alla gente piace chiamare un qualsiasi posto che non è più un qualsiasi posto appena una vittima lo ingombra con la sua presenza.
 

Scena, poi: quasi fosse una rappresentazione teatrale, in questo caso a uso e consumo del sottoscritto.
Della mia esperienza di cronista di nera ora mi rimane solo questo, la consapevolezza che non bisogna toccare nulla.
 

E forse il lavoro di giornalista non c’entra proprio nulla. Perché è la reminiscenza dei mille gialli divorati a lampeggiarmi per un attimo, e solo per un attimo, per fortuna.

(da Paolo Ciampi, Di diverso parere, Romano editore)

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