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venerdì 15 settembre 2017

Il Vietnam di Kim, così vicino, così distante

La storia del Vietnam e dei vietnamiti - dice Kim Thúy - vive, cresce e diventa complessa senza essere né scritta né raccontata.

Vero - e ho potuto scoprirlo solo a Mantova, in un incontro al Festival che nemmeno avevo messo in conto. Sono contento di aver scoperto questa scrittrice dal sorriso irresistibile e dalla straordinaria empatia, ancora più  sorprendente alla luce di una scrittura che invece si distingue per la sua rarefazione, la sua leggerezza poetica. 

E' tant'altro la storia del Vietnma, soprattutto per chi come me è più o meno rimasto ancorato al Vietnam di Apocalypse Now e dintorni o che al massimo ha orecchiato qualcosa sulle impetuose trasformazioni della città che un tenpo si chiamava Saigon. E in questa storia c'è anche la storia dei vietnamiti che hanno abbandonato il loro paese su barconi che non possono non rammentare altri barconi, altri mari dei nostri tempi: i nostri mari.

Kim, ragazzina, fu una delle persone che ce la fecero. Scampò ai naufragi e ai pirati. Insieme a tanti altri fu accolta in Canada. Ai suoi familiari venne data la possibilità di ricostruirsi una vita, magari ripartendo dia lavori più umili. Oggi - spiega - molti vietnamiti in Canada sono medici o dentisti o ingegneri. 

C'è tutto questo in Il mio Vietnam (Nottetempo), libro di poche pagine e grande poesia: il Vietnam dell'infanzia, il Vietnam del ritorno, il Vietnam trapiantato in Canada. 

Una finestra su un mondo che non conoscevo, la storia di una vita che è la storia di molti.  

mercoledì 2 giugno 2010

Il Milione, festival che racconta il viaggio


E' un bel festival, originale e genuino, merita di essere segnalato. Si chiama Il Milione ed è dedicato al viaggio in tutti i suoi modi e le sue declinazioni. Questa edizione, la quinta, viene ospitata da Firenze (9-12 giugno) e riserverà un'attenzione particolare agli scrittori di viaggio, agli spostamenti sulle vecchie vie religiose (come la Francigena), al turismo ecologico. Vi voglio segnalare alcuni appuntamenti a più alto "tasso letterario", buoni comunque per chiunque sia solleticato dalla letteratura di viaggio.

La prima giornata sarà dedicata quasi per intero a un grande fiorentino che con le sue foto e i suoi libri ci ha regalato il mondo, Fosco Maraini. Letture e musiche con Pagine di un viaggiatore in visita sul pianeta terra, ma anche la proiezione delle suo foto del Giappone, in particolare quelle del popolo Ainu (mercoledì 9, dalle 18, museo di antropologia)

Franco Cardini sarà il protagonista dell'incontro Le meraviglie del nulla. Viaggio fantastico nel Medioevo e dintorni (giovedì 10, ore 18, Auditorium Sant'Apollonia)

Di grande suggestione l'incontro Alla ricerca del Polo Sud, le ultime spedizioni di Scott e Shackleton, con proiezione di immagini d'epoca e la partecipazione dello scrittore Filippo Tuena.

Tito Barbini
, Silvia Castelli, Giuseppe Cederna e Luciano Del Sette, persone insomma che hanno incrociato l'esperienza del viaggio con quella della scrittura, saranno i protagonisti dell'incontro Cosa pensa il viaggiatore. Ricordi, guide e meraviglie di turisti speciali (sabato 12, ore 18, Auditorium Sant'Apollonia): che, per inciso, sarà il sottoscritto a condurre.


Tra i vari spettacoli, non posso non ricordare Il viaggiatore incantato di Giuseppe Cederna, in programma sabato 12, alle ore 22, al Chiostro delle Oblate.

Tutto il programma lo trovate su www.festivaldelviaggio.it, un sito che offre molte molte suggestioni per tutti gli innamorati della letteratura di viaggio.

mercoledì 19 maggio 2010

Via al Noir Festival, tra fiction e cronaca


Devo essere sincero, in questi anni ho avvertito un senso di stanchezza per tutto quello che riguarda il mondo del giallo e del noir. Di stanchezza o forse più precisamente di sazietà, come succede dopo un'abbuffata a un pranzo di matrimonio. Troppo di troppe cose, alla fine non ne puoi più, per quanto per gola andresti anche avanti.

Insomma, alla fine c'è bisogno di alzarsi da tavola e fare una giratina. Di prendere una boccata di aria, magari.

L'ho presa, la boccata di aria, che nel caso credo possa equivalere anche a una bella iniezione di realtà (qualunque cosa voglia dire) dopo tanti omicidi letterari, trame complesse e complicate, faticosi marchingegni narrativi e spargimenti di sangue scarsamente credibili.

Ho voglia di immergermi di nuovo in qualche bel libro. Ho voglia di parlare di gialli e di noir. Ma soprattutto mi piace che qualcuno indaghi con entusiasmo e intelligenza quel territorio di confine ma anche di scambio che si distende tra l'invenzione e la vita reale.

Per questo mi sembra una manifestazione degna di essere segnalata e seguita il Noir Festival che il 21, il 22 e il 23 maggio si terrà a Firenze, in diversi luoghi della città (da Palazzo Vecchio all'Auditorium della Cassa di Risparmio). Per me è particolarmente importante il sottotitolo: Il crimine tra fiction e cronaca.

Un sottotitolo che è anche il principio ispiratore di un programma che vedrà insieme a diversi scrittori o studiosi del genere, gli esperti della polizia scientifica o di medicina legale e diversi giornalisti che seguono la nera e la giudiziaria.

L'organizzazione artistica è di Elena Narbone, il programma lo trovate qui.

Per quanto mi riguarda io cercherò di partecipare ad almeno due incontri. Il primo il 21 alle 18 alla sala ex-Fila: Come si scrive, come si legge e come si pubblica un giallo, con Roberta Capanni, Jacopo Chiostri, Elena Torre. Il secondo il 22 , alle 15.30, a Palazzo Vecchio: Dove va il giallo?, con Graziano Braschi, Susanna Daniele, Didier Nelli e Giuseppe Previti.

mercoledì 14 ottobre 2009

A Roma il Festival della letteratura ebraica


"L'uso della parola scritta a fin di bene, per spingere l'umanità avanti verso orizzonti di convivenza e rispetto, è il sentiero che porta l'uomo alla libertà". Mi piace fin dalle prime parole che hanno scelto gli organizzatori per la loro presentazione, il Festival della letteratura ebraica che si terrà a Roma dal 24 al 28 ottobre, alla Casa dell'Architettura.

Un festival bellissimo, che non ci permette soltanto di aprire una finestra sulla letteratura del popolo che forse più di tutti è intimamente legato alla civiltà del libro. Date un occhiata al programma: siamo agli antipodi del banale, dell'effetto speciale, del carrozzone in cui per forza si deve stipare tutto, poi si vedrà.

In questo Festival si cerca la qualità, piuttosto che la quantità. Appuntamenti selezionati che ci aiutano a riflettere sul passato e sul presente, a colmare distanze, a rispettare differenze. Incontri che si srotolano dietro un filo comune di impegno, partecipazione, condivisione. Da non perdere.

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...