Ancora un sabato di canicola, per leggere quanto capita sotto le mani, rigorosamente all'ombra. Dai giornali di oggi,vi suggerirei:
I libri vivono nel cervello. Su Repubblica uno studio americano (pubblicato da Psychological Science) spiega che la nostra mente elabora le parole che vediamo scritte allo stesso modo degli eventi reali. "Il cervello vive ciò che legge": Ecco perchè ci immedesimiamo nei personaggi ed 'entriamo' nelle storie. (Alessio Balbi su Repubblica)
Dall'Everest ad Abbey Road. Sulla prima della Stampa la storia della "foto che cambiò la storia del pop", cioè la foto dell'ellepì (allora si chiamavano così) "Abbey Road". Non sapevo che in un primo tempo il disco avrebbe dovuto chiamarsi "Everest": nel caso, per lo scatto era stata prevista una trasferta sulle vette himalayane. Invece bastò scendere per strada, fotografare i quattro Beatles sulle strisce e fare questo regalo all'immaginario di diverse generazioni. (Egle Santolini sulla Stampa)
La nostalgia al posto della memoria. Sul Corriere della sera, prendendo spunto dalla nascita di un canale dell'offerta Sky specializzato in serie Tv di diversi decenni fa, un'ampia e bella riflessione sulle ragioni per cui l'"Italia in bianco e nero" fa ancora presa, anzi, fa più presa di prima. Tra Amarcord e La meglio gioventù, un guardarsi indietro piacevole e a volte anche doveroso, ma in cui il passato è deformato dalla miopia delle emozioni - e fa riflettere per il disamore nei confronti del nostro presente (Paolo Mereghetti su Corriere della Sera)
Una piccola isola di parole nel grande oceano della rete per condividere libri e mondi
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sabato 1 agosto 2009
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