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mercoledì 16 giugno 2010
Quel poeta sbruffone nelle birrerie di Praga
Vi dice niente il nome di Hrabal? Per quanto mi riguarda è una delle persone che con le sue pagine mi ha fatto volare più lontano.
Pensando a lui mi è sempre venuto in mente una sorta di Buster Keaton della letteratura, anche se in effetti Hrabal non lo puoi paragonare a niente che non presupponga il suo essere in tutto e per tutto abitante di Praga.
Hrabal faticava durante il giorno, però di sera si prendeva il suo tempo in una delle tante belle osterie di Praga e lì si metteva a scrivere pagine che mi immagino inzuppate da tanta birra e ingarbugliate da molte conversazioni sul niente e sul tutto.
Da tutto questo balzò fuori uno scrittore insolito, irresistibile sia nell’umorismo che nella dolcezza surreale e struggente.
Nei suoi libri c'è molto di Praga e molto della vita di un uomo che si proclamava apprendista sbruffone, estimatore del sole nei ristoranti all’aperto e bevitore della luna che si specchia nel selciato bagnato. Con più malinconia del solito, complice le ferite del tempo e la stanchezza di una vita operaia...
Non dico che sia una lettura facile, ma trovatela una voce come la sua, densa, irriverente, stralunata, così generosa di una incomprensibile vitalità...
E stupitevi della sua forza, della sua inventiva, della sua poesia sbilenca, della sua capacità di strappare un sorriso e un brindisi anche dalle miserie che sono di tutti noi.
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