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A volte inventata, ma solo a volte, perché in genere la realtà sa essere molto più fantasiosa di ogni nostra fantasia.
Prima di tutto inseguire le vite, a volte restituire loro quella vita che le parole consentono. E dopo essersi fermati ripartire, con i viaggi nello spazio e nel tempo che si possono fare anche al tavolino di
un pub o in attesa di un treno alla stazione.
In tutti questi anni ho scritto di viaggi, di cammini e montagne, di vite dimenticate, di memorie ai margini. Una trentina di libri, ma questo è il primo che raccoglie i miei racconti.
Dentro queste pagine il mercante che regalò a Firenze la Cappella Brancacci, un poeta del Mugello fatto schiavo dai corsari berberi, i morti del Cimitero degli Inglesi e i morti della più grande tragedia del Mediterraneo. E altro ancora, seguendo le scintille della curiosità, le traiettorie della divagazione, il senso della parola necessaria.
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