sabato 6 febbraio 2021

Helgoland, l'isola che ha regalato alla scienza il precipizio


Questo è un libro su cui non avrei scommesso, o meglio, riguardo al quale non avrei mai scommesso sulla mia capacità di tirarci fuori qualcosa. L'ho comprato qualche mese per una sorta di impulso, forse solo per il titolo, per quell'isola di pietra dei mari del nord che evoca gelo, tempeste, solitudini. Poi l'ho aperto a caso e lo sguardo si è smarrito in alcune formule da aborrito manuale di fisica. Così a lungo mi sono contentato della copertina. 

Ignoro quale altro impulso mi abbia infine spinto alla lettura, e se oltre all'impulso abbia avuto la sua parte una lettura precedente dello stesso autore, Sette brevi lezioni di fisica. Però mi son dovuto ricredere: Helgoland di Carlo Rovelli (Adelphi) non è solo un libro di cui ho finito per capire qualcosa (almeno credo; e non tutto, certo), è anche un libro che ha saputo emozionarmi: il che è stupefacente, trattandosi sostanzialmente di pagine sulla fisica quantistica e sulle sue implicazioni. 

Prima di tutto però c'è un luogo, Helgoland appunto, quest'isola spoglia, strapazzata dai venti. Forse ci voleva proprio un posto così per partorire un'idea che ci sottrae terra da sotto i piedi, spingendoci sull'orlo del precipizio. Fu qui, nel giugno 1925, che Werner Heisenberg, poco più che ventenne, ebbe l'intuizione che segnò l'avvio della rivoluzione scientifica. 

Come si squarciasse il velo e per la prima volta si scorgesse la voragine che inghiottirà tutte le nostre più salde convinzioni. 

Da allora abbiamo imparato molto cose: che ciò che è materia è anche energia, che gli elettroni non seguono traiettorie, ma saltano in modo imprevedibile, che tutto in effetti è imprevedibile, che non esiste una realtà da osservare perché noi siamo parte di quella realtà e comunque proprio osservando cambiamo ciò che chiamiamo realtà, che un qualsiasi oggetto può trovarsi contemporaneamente in due punti, che non ci sono oggetti ma relazioni, anzi, che in realtà niente esiste, se non un'immensa rete di relazioni..... 

E via di questo passo, fino a imparare - questa la vera lezione - che  abbiamo ancora tutto da imparare e che proprio questo è la scienza, rimettere continuamente in discussione ciò che abbiamo imparato per puntare a un'altra visione. 

Sai di più perché sai di meno. Sai di più perchè il mondo finisce per assomigliare al Vuoto di cui parlava un grande filosofo buddista Nagarjuna - incredibile come la scienza più avanzata richiami il buddismo più remoto. 

E più eo meno è come nella Tempesta di ShakespeareSiamo fatti della stessa sostanza dei sogni...   

Sai di più e sai meno, e niente è davvero quello che pensavi fosse. La scienza - lo dice anche Rovelli - quasi si confonde con un'esperienza psichedelica

Ma questa è la sua splendida avventura, che alimenta la curiosità e ci regala un'ineffabile leggerezza.




 

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