mercoledì 15 aprile 2020

Sognando l'Australia con Bill Bryson

Solo sei mesi prima questa mi sarebbe sembrata la più deprimente delle punizioni immaginabili: guidare all'infinito attraverso un paesaggio in gran parte caldo, arido e vuoto. Ma adesso lo capivo benissimo. Tutto quel vuoto e quella luce abbagliante hanno una qualità seducente di cui potete non stancarvi mai: un pensiero stupefacente.

Ci sono arrivato in ritardo, ma ci sono arrivato. Con tutti i libri di Bill Bryson che in questi anni ho divorato, sempre con grande godimento, mi mancava proprio questo In un paese bruciato dal sole. L'Australia. E vai a sapere perché l'avevo lasciato da parte, quasi avessi temuto il passo falso dell'autore che piace sempre o quasi sempre. Meglio seguirlo, il vecchio Bill, mentre è alle prese con i suoi vagabondaggi per la vecchia Europa o l'ancora più vecchia Inghilterra, mentre insegue l'ombra di Shakespeare o mentre si azzarda a riassumere in un solo libro - ancorché voluminoso - la storia del mondo.

E poi, a pensarci bene, che cosa poteva mai importarmi dell'Australia? Così remota, l'Australia, per di più senza esserlo davvero: mica un paese che sembra appartenere a qualcos'altro, come la Patagonia o il Bhutan, un paese che è distante ma dove alla fine si parla inglese e si appartiene al Commonwealth. L'Australia può forse essere un paese da sognare ma non da concepire per un viaggio: qualcosa del genere lo diceva il grande Pessoa.

Ovviamente era una gigantesca cantonata. Forse anche un alibi, di cui lo stesso Bill prende atto fin dall'inizio, quando rammenta che prestiamo un'attenzione scandalosamente scarsa ai nostri cari cugini degli antipodi e che soprattutto gli americani dimostrano un livello di attenzione che non è molto superiore a quello per la Bielorussia o per il Burundi. Solo per dire: chi mai si è accorto che anni fa il primo ministro australiano è stato portato via da un cavallone mentre passeggiava su una spiaggia e di lui non è stato più ritrovato niente?

Terra pericolosa, l'Australia. Terra di serpenti e ragni micidiali, di squali e altri animali assassini. Terra prosciugata da un sole infernale, terra vuota, di distanze inimmaginabili, di deserti che fanno paura. Quanto ad apprensioni non sono molto diverso da Bill. Però mi piace come sta dentro il suo personaggio, di viaggiatore goffo e curioso. In ogni caso sempre pronto alla domanda, all'incontro, alla meraviglia.

Gran paese, l'Australia. E' un pezzetto che me la sto sognando grazie a Bill.

Nessun commento:

Posta un commento

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...