Come aveva fatto una storia così grande a essere passata da un'isola tanto piccola?
A volte succede proprio così con le grandi storie, approdano su un'isola di scogli e distanze, sembrano abbandonarsi al vento e al ricordo, languiscono dietro mura e sbarre, si alimentano solo di nostalgia: e non per questo sono meno grandi, anche se appartengono a uomini i cui nomi non sono scolpiti sui monumenti.
Passa per Ventotene, l'isola dei confinati sotto il fascismo, la grande storia che ci racconta Michele Marziani in La figlia del partigiano O' Connor (Clichy), splendido libro di un autore che non mi ha mai deluso: e chi mi conosce sa di alcuni titoli - per esempio Umberto Dei. Biografia non autorizzata di una bicicletta o Nel nome di Marco - che spesso mi capita di suggerire.
Storia che approda a Ventotene, ma che in realtà passa, non si ferma. Mette insieme il mare e le valli delle nostre Alpi, Dublino e Barcellona. Cuce altre storie, compone il presente e il passato, lasciando un margine persino al futuro, serpeggia attraverso i giorni di una vita per richiamare vicende corali e snodi del nostro Novecento.
Libro di viaggio, a suo modo: libro che attraversa il tempo e lo spazio. Insegue i passi di Pablita O' Connor, la figlia dell'irlandese, la figlia del partigiano, che raggiunti i 65 anni, decide di guardare oltre la valle piccola e stretta, tra il Monte Rosa e il lago d'Orta, dove ha sempre vissuto.
Partire, sapendo che partire è prima di tutto sciogliere qualcosa dentro. Partire, ma dove, se non dietro l'ombra del padre?
Ma lei di lontano conosceva soltanto la storia di quel suo papà che era stato al confino sull'isola.
Lui, l'uomo dell'isola di smeraldo, l'uomo di un paese che per noi è solo case col tetto di paglia, violini e pinte di birra scura. La Guerra di Spagna, la Resistenza in Val d'Ossola. Dalla parte giusta, perchè una parte giusta c'era, da dire e ridire in tempi dove pare ogni cosa sia come i gatti di notte, tutti bigi.
C'è anche questo in questo libro di sorprese, rivelazioni, riconoscimenti. In questa storia grande che passa per un'isola e abbraccia il mondo.
A volte succede proprio così con le grandi storie, approdano su un'isola di scogli e distanze, sembrano abbandonarsi al vento e al ricordo, languiscono dietro mura e sbarre, si alimentano solo di nostalgia: e non per questo sono meno grandi, anche se appartengono a uomini i cui nomi non sono scolpiti sui monumenti.
Passa per Ventotene, l'isola dei confinati sotto il fascismo, la grande storia che ci racconta Michele Marziani in La figlia del partigiano O' Connor (Clichy), splendido libro di un autore che non mi ha mai deluso: e chi mi conosce sa di alcuni titoli - per esempio Umberto Dei. Biografia non autorizzata di una bicicletta o Nel nome di Marco - che spesso mi capita di suggerire.
Storia che approda a Ventotene, ma che in realtà passa, non si ferma. Mette insieme il mare e le valli delle nostre Alpi, Dublino e Barcellona. Cuce altre storie, compone il presente e il passato, lasciando un margine persino al futuro, serpeggia attraverso i giorni di una vita per richiamare vicende corali e snodi del nostro Novecento.
Libro di viaggio, a suo modo: libro che attraversa il tempo e lo spazio. Insegue i passi di Pablita O' Connor, la figlia dell'irlandese, la figlia del partigiano, che raggiunti i 65 anni, decide di guardare oltre la valle piccola e stretta, tra il Monte Rosa e il lago d'Orta, dove ha sempre vissuto.
Partire, sapendo che partire è prima di tutto sciogliere qualcosa dentro. Partire, ma dove, se non dietro l'ombra del padre?
Ma lei di lontano conosceva soltanto la storia di quel suo papà che era stato al confino sull'isola.
Lui, l'uomo dell'isola di smeraldo, l'uomo di un paese che per noi è solo case col tetto di paglia, violini e pinte di birra scura. La Guerra di Spagna, la Resistenza in Val d'Ossola. Dalla parte giusta, perchè una parte giusta c'era, da dire e ridire in tempi dove pare ogni cosa sia come i gatti di notte, tutti bigi.
C'è anche questo in questo libro di sorprese, rivelazioni, riconoscimenti. In questa storia grande che passa per un'isola e abbraccia il mondo.
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