Se dici rugby e dici Nuova Zelanda è chiaro che non si tratterà di un viaggio come gli altri. Così come è chiaro che andare a seguire i campionati del mondo non sarà solo una bella festa dello sport, perché la Nuova Zelanda, certo, è il rugby, è una squadra che è leggenda, ma proprio per questo il rugby sarà assai più di un'occasione per conoscere la Nuova Zelanda.
E così Meta Nuova Zelanda. Viaggio nella terra del rugby di Elvis Lucchese (Ediciclo) è un libro che si fa leggere con molto piacere anche da uno come il sottoscritto, affascinato da sempre dalla palla ovale, ma senza averne mai imparato nemmeno le regole (vergognandosi anche a manifestare la propria ignoranza).
E che per noi italiani la Nuova Zelanda sia soprattutto la squadra degli All Black non è del tutto una sorpresa. Come scrive Lucchese:
Molto di ciò che gli italiani sanno dei maori, lo sanno attraverso il rugby.
Ragionamento che si potrebbe prendere anche dall'altro capo del filo: senza il rugby i maori per noi sarebbero solo uno dei tanti popoli indigeni, magari più fortunato di altri cancellati dalla faccia delle terra.
Ma in ogni caso questo è proprio un bel libro di viaggio, che getta uno sguardo originale su un paese che resta simpatico a pelle e di cui in ogni caso si sa davvero poco.
Quanto al rugby è una sorprendente cartina tornasole per gettare un fascio di luce sulle complesse relazioni tra coloni e maori, ma anche sugli neozelandesi di oggi e la vecchia madrepatria. Non senza permetterci di ascoltare qualche storia che forse meriterebbe un libro al parte: come quella dell'emigrato italiano di inizio Novecento che finirà per indossare la maglia degli All Black. Il mondo è bello perché é vario.
E così Meta Nuova Zelanda. Viaggio nella terra del rugby di Elvis Lucchese (Ediciclo) è un libro che si fa leggere con molto piacere anche da uno come il sottoscritto, affascinato da sempre dalla palla ovale, ma senza averne mai imparato nemmeno le regole (vergognandosi anche a manifestare la propria ignoranza).
E che per noi italiani la Nuova Zelanda sia soprattutto la squadra degli All Black non è del tutto una sorpresa. Come scrive Lucchese:
Molto di ciò che gli italiani sanno dei maori, lo sanno attraverso il rugby.
Ragionamento che si potrebbe prendere anche dall'altro capo del filo: senza il rugby i maori per noi sarebbero solo uno dei tanti popoli indigeni, magari più fortunato di altri cancellati dalla faccia delle terra.
Ma in ogni caso questo è proprio un bel libro di viaggio, che getta uno sguardo originale su un paese che resta simpatico a pelle e di cui in ogni caso si sa davvero poco.
Quanto al rugby è una sorprendente cartina tornasole per gettare un fascio di luce sulle complesse relazioni tra coloni e maori, ma anche sugli neozelandesi di oggi e la vecchia madrepatria. Non senza permetterci di ascoltare qualche storia che forse meriterebbe un libro al parte: come quella dell'emigrato italiano di inizio Novecento che finirà per indossare la maglia degli All Black. Il mondo è bello perché é vario.
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