Mia madre invece si rallegrava raccontando storie, perché amava il piacere di raccontare.
Cominciava a raccontare a tavola, rivolgendosi a uno di noi: e sia che raccontasse della famiglia di mio padre, sia che raccontasse della sua, s'animava di gioia ed era sempre come se raccontasse quella storia per la prima volta, a orecchie che non ne sapevano nulla.
"Avevo uno zio - cominciava - che lo chiamavano il Barbison".
E se uno allora diceva: - Questa storia la so! l'ho già sentita tante volte! - lei allora si rivolgeva a un altro e sottovoce continuava a raccontare.
- Quante volte l'ho sentita questa storia! - tuonava mio padre, cogliendone al passaggio qualche parola.
Mia madre, sottovoce, raccontava.
(Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, Einaudi)
Cominciava a raccontare a tavola, rivolgendosi a uno di noi: e sia che raccontasse della famiglia di mio padre, sia che raccontasse della sua, s'animava di gioia ed era sempre come se raccontasse quella storia per la prima volta, a orecchie che non ne sapevano nulla.
"Avevo uno zio - cominciava - che lo chiamavano il Barbison".
E se uno allora diceva: - Questa storia la so! l'ho già sentita tante volte! - lei allora si rivolgeva a un altro e sottovoce continuava a raccontare.
- Quante volte l'ho sentita questa storia! - tuonava mio padre, cogliendone al passaggio qualche parola.
Mia madre, sottovoce, raccontava.
(Natalia Ginzburg, Lessico famigliare, Einaudi)
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