lunedì 9 settembre 2013

Arrivare in Cina, per scoprire i suoni della pioggia

E nulla è più delicato del lento riposare delle gocce all'interno dei fiori di peonia al termine di una pioggia primaverile.

Così aveva lentamente imparato quanto potesse essere semplice e naturale quello che in un primo momento aveva trovato di un estetismo decadente: quanti suoni diversi potesse fare la pioggia, come potessero variare da un lento adagio, quasi sussurrato, a un crescendo che talora sembrava raggiungere intensità quasi sinfoniche....

Dopo le prime volte aveva imparato, come gli altri che lo accompagnavano, a non spostarsi quando una folata di vento spingeva la pioggia di taglio  e l'acqua giungeva dove sorseggiavano il té,  a riconoscere in quell'accenno di tempesta un momento più intenso, quasi un largo, naturale corale.

Si era formata allora la prima esile ma irreversibile frattura tra loro.

Come se la Cina non fosse per tutti; come se certe sensibilità richiedessero di essere messe alla prova, prima di potersi esprimere ed essere riconosciute.

(Stefano Cammelli, Muri rossi, Mauro Pagliai)






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