mercoledì 14 agosto 2013

La giornalista che voleva cambiare il mondo

Le astrazioni la lasciano indifferente, le speculazioni la irritano. Da buon inglese ama stare con i piedi per terra, ama la concretezza della vita, le idee che hanno gambe per camminare. Ama una praticità da non confondere con un eccesso di attenzione per i propri interessi.

In effetti non sarà mai una pensatrice sistematica, capace di fare ordine, di andare al fondo delle cose. L’intuito conterà sempre qualcosa più della potenza analitica.
 

Poco importa se questo la renderà terribilmente dispersiva, farfalla che vola di argomento in argomento, attratta anche da un solo gesto, purché vi sia impressa l’umanità.
 

No, non è fatta per la filosofia, se questa vuol dire tagliarsi fuori dal mondo, sigillarsi tra tomi polverosi, smarrirsi in trattati.
 

Piuttosto il giornalismo, il giornalismo come lo intende lei: possibilità di porsi al servizio di una causa, di sciogliere l’irrequietezza di giovane studentessa in significati più ampi, di dare un senso alla vita immergendosi nel grande fiume della Storia.
 

E non se la vuole davvero far sfuggire, questa possibilità.
 

Libererà parole e sentimenti per un mondo che non c’è giorno e non c’è notte che non desideri più giusto.

(da Paolo Ciampi, Miss Uragano, Romano editore)

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