giovedì 11 luglio 2013

Sempre vi furono e sempre vi saranno le migrazioni

Gli anni passano, oggi come ieri, passa l'estate e le foglie cadono, e presto tutto verrà ricoperto dalla neve. Ma in primavera il Dnepr convoglierà di nuovo allegramente le sue acque, attraverso questa terra di morti, fino al mare, fra i canti e le danze dei vivi.

Gli anni si succederanno. Chi potrà contare gli uccelli migratori o i raggi del sole che si spostano da est a ovest, da nord a sud? Chi potrà pronosticare quali popoli migreranno, e dove, nei prossimi cento anni, così come ha migrato la nazione serba? Chi potrà contare i semi di frumento che germineranno nella prossima primavera in Europa, in Asia, in America, in Africa?

Tutte cose impossibili per la mente umana.

Là dove gli Isakovic e il Soldatenvolk serbo arrivavano portandosi dietro, come le chiocciole, la loro casa sulle spalle, non c'è più traccia di loro, tranne due o tre nomi di località.

Sempre vi furono e sempre vi saranno le migrazioni, così come vi saranno sempre le nascite a continuare la vita.

Le migrazioni esistono.

La morte non esiste!

(Milos Crnjanski, Migrazioni, Adelphi)

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