mercoledì 6 febbraio 2013

Non dimenticate le mogli dei grandi scrittori russi

C'è Nadezda, l'amata moglie di Osip Mandelstam, che salvò i versi del marito, perseguitato da Stalin e deportato in un gulag, imparandoli a memoria. E c'è Sofia Tolstoi che, rimasta vedova, ebbe il merito di salvare parte del manoscritto di Guerra e pace. Ma non furono soltanto questo, le donne dei grandi della letteratura russa. Senza di loro, senza il loro lavoro nell'ombra, forse non ci sarebbero stati alcuni dei capolavori che oggi riconosciamo come tali. O non ci sarebbero così come noi possiamo leggerli.

Decisamente intrigante il libro per ora uscito solo sull'altra sponda dell'Atlantico - traduzione italiana del titolo: Le mogli: le donne dietro i giganti della letteratura russa - opera di Alexandra Popoff, giornalista e scrittrice russa trapiantata in Canada, assolutamente convinta che tutte le mogli degli scrittori fossero coinvolte nel lavoro creativo del marito tanto quanto lo era la madre.

Come per il grande Nabokov: perché se è vero che sarebbe difficile scrivere della moglie Véra a prescindere dal marito, è decisamente vero anche che sarebbe impossibile scrivere di Vladimir senza fare riferimento a Véra.

E che quello della moglie di scrittori così sia quasi un mestiere, un mestiere difficile e ingrato, in fondo ce lo prova una battuta di Anna Dostoevskij, rimasta anche lei vedova:

Ma chi mai potrei sposare, dopo Dostoevskij? Solo Tolstoi! 

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