martedì 3 aprile 2012

Che cosa ci dice l'uso della prima persona

Il Novecento invece è fortemente segnato da romanzi scritti in prima persona. Questa modalità si adatta alla descrizione di personaggi che si sono smarriti. L'individuo, in crisi d'identità, descrive un universo visto in soggettiva

Non amo i libri di "consigli per la scrittura", anzi, ne diffido proprio, come in genere diffido di tutti i libri che si propongono di insegnarti a essere o a fare qualcosa. Al massimo accetto i manuali di cucina o di giardinaggio, massimo allarme però quando di parla di corsi di scrittura creativa o qualcosa del genere.

Consigli a un giovane scrittore di Vincenzo Cerami però è diverso e nonostante il titolo non mi viene da catalogarlo tra le guide. Consigli non mancano, ma in realtà si tratta soprattutto di una porta aperta sul laboratorio della scrittura - qualsiasi scrittura, anche quella per la radio o per il cinema. Queste pagine sono un sentiero che senza presunzione o toni saccenti ci porta al cospetto delle scelte fondamentaliche spettano a chi intende scrivere.

Riflessioni anche alte. Spunti che ti accendono qualcosa e ti accompagnano per un pezzo. Come queste righe sull'uso della prima persona. Non c'è da scomodare Sigmund Freud. Uso a volte diventa abuso, però una ragione c'è, ragione profonda che va ben oltre le mode e le banalità... da rifletterci sopra, davvero.

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