domenica 10 luglio 2011

Marco Polo, Kublai Kan e i due viaggiatori

C'è il Kublai Kan, l'imperatore dei Tartari, il Grande Sedentario: l'affittuario esigente d'altri occhi e d'altre parole, come scrive Fabio Stassi. L'uomo che non viaggia con i suoi piedi, ma chiede a chi viaggia relazioni esatte sui luoghi visitati, che pone domande e avanza riflessioni.

E c'è Marco Polo, il grande viaggiatore, o se volete, il Maestro Visionario. L'uomo che prende e parte, che sfida le distanze, che porge il suo sguardo e raccoglie paesaggi, storie, città, mercanzie... Che raccoglie e poi dona, con il suo racconto. Le mie mani sono agili e nodose e, al principio, l'unico mezzo per resocontare la vastità dei miei viaggi. 

E ancora nelle parole di Fabio Stassi:


Siamo le due metà di uno stesso personaggio

Così Stassi, ma in primo luogo l'Italo Calvino delle Città invisibili.

E io ritorno alle città visibili e invisibili, ai viaggi veri e immaginari, ripenso ai Due viaggiatori che ho scritto, ripenso a me e all'amico Tito Barbini con cui abbiamo condiviso viaggi e parole, diventando anche noi i Due viaggiatori.

E penso che alla fine è questo che ci dona il mondo, la possibilità di conoscerlo, di abbracciarlo. Senza preoccuparsi delle distanze. Perché c'è sempre una parola che ti porta a destinazione.


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