venerdì 5 novembre 2010

Voltiamo pagina o voltiamo pagina?

Voltiamo pagina. Ovvero, come li sfogliamo Accabadora di Michela Murgia o La caduta dei giganti di Ken Follett? Li maneggiamo, li strapazziamo, li macchiamo con il caffé, alla maniera di sempre, oppure li sfioriamo solo fuggevolmente? In altri termini, versione virtuale o di carta?

La domanda non è solo di Mirella Serri dalle pagine di Tuttolibri. In realtà è di tutti noi. Insomma, voltiamo pagina (nel senso di continuare a fare ciò che facciamo da sempre) o voltiamo pagina (nel senso di cominciare un'altra storia)?

Bella domanda. Domanda con cui fare i conti comunque, ora che in Italia gli ebook sono saliti a quota 5 mila. Ora che in parecchi si lanciano in ardite previsioni: ci sarà il sorpasso?

Malgrado tutti gli entusiasmi innescati dai patiti delle nuove tecnologie, fanno riflettere i dati pubblicati da Giovanni Solimine su L'Italia che legge.

I lettori forti in Italia sarebbero sui 4 milioni e (udite udite) sarebbero addirittura in aumento (i problemi sono oltre quei 4 milioni, pensate che nel complesso legge solo il 38% degli uomini). In gran parte è questa la fetta che si contenderanno ebook e libri di carta. E sono pronto a scommettere che in tanti acquisteranno gli uni e gli altri, senza schierarsi per nessuno dei due partiti.

E credo proprio che abbia ragione: Mirella Serri:


Arriva l'ebook, pronto ad affiancare, a collaborare ma non a soppiantare i volumi più tradizionali... Per il momento carta resiste, conta e canta

1 commento:

  1. credo che non abbandonerò mai la versione "antica" del cartaceo: il libro va toccato, maneggiato, annusato (ricordo ancora da bambina il piacere di annusare un libro nuovo, appena regalato, l'odore della stampa), accarezzato (la porosità delle pagine, la copertina liscia e lucida...). E poi, alla sera, è bellissimo prepararsi al sonno leggendo un libro che tieni sul comodino, pregusti un momento che sarà solo tuo. Bellissimo guardare le pareti di casa foderate di libri, ogni libro un ricordo, una parte di te, un frammento di esistenza che va a comporre quello che sei, adesso. No, il digitale non fa per me!

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