domenica 26 settembre 2010

Il coraggio del libraio e i libri da sbirciare

Sabato mattina, un giorno di sole come solo una giornata di settembre ti sa regalare, col cielo più limpido, i colori più brillanti. Giornata perfetta per abbandonare questo computer, uscire, magari girellare per i mercatini.
Senza averlo messo in conto mi ritrovo dentro una delle librerie del mio quartiere. Una di quelle librerie - per la cronaca si chiama Puntifermi ed è nata da non molto - che fanno sentir bene solo a dare un occhio alla vetrina, perchè si capisce che i titoli scelti hanno un senso, che rispondono a un gusto, anche personale, piuttosto che alle classifiche, che esprimono amore per i libri, prima di tutto.

Punto il libro della Diana Athill - quello di cui ho già scritto qualcosa pregustandone la lettura - e mi metto in fila alla cassa: giornata di acquisti, oggi, magari fosse sempre così. Dietro di me un signore di una certa età sbircia il libro che ho tra le mani: "Bello", si lascia scappare. Cominciamo a discutere.

Ma poi la mia attenzione si sposta sulla conversazione che si è accesa davanti a me, sul libro dell'Avallone. Sono tentato di dire la mia. Non lo faccio, ma è questo il pensiero che mi balena: qui sto proprio bene.

E anche domenica scorsa, a Poggibonsi. La notizia dell'apertura di una nuova libreria, Il mondo dei libri, mi spinge a vincere la pigrizia. Abbandono il divano, prendo la macchina. Ha vinto la curiosità: prima ancora che per la libreria, per le persone che hanno avuto il coraggio di imbarcarsi in tutto questo. Di questi tempi, poi.

Scopro una libreria bella, luminosa, ricca di titoli per niente scontati. Scopro librai entusiasti, uno spazio di incontri da levarsi il cappello, la voglia di essere assai di più di un negozio che vende libri.

E poi qualche giorno fa, mentre me ne sto andando in bicicletta. Ecco che passo davanti a una libreria storica di Firenze, anch'essa non troppo lontano da dove abito. Scopro che una settimana fa è rinata a nuova vita, grazie a diversi lavori e a qualche buona idea.

Oggi è la Libreria Caffé il Parterre, un posto con 10 mila libri, ma anche con i tavolini per il caffé, i dolci fatti in casa, la musica, i giornali in lettura.

E ora mi viene in mente di mettere in fila tutto questo e mi dico, per prima cosa: che bello scommettere ancora sui libri.

Poi mi viene anche di riattizzare la "polemica", e penso a tutti gli amici che già stanno celebrando la morte del libro, seppellito dalla potenza tecnologica del digitale, cosa che, inequivocabilmente, dovrebbe segnare anche la morte delle librerie.

E a costo di passare un'altra volta per l'uomo del neolitico chiedo: avete idea di cosa rischiamo di perdere?

Per quanto mi riguarda avrò ancora bisogno di posti dove sbirciare i libri altrui, farmi consigliare, scambiare quattro chiacchiere con quello sconosciuto che solo per il fatto di trovarsi lì mi fa ben sperare.

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