Siamo in Groenlandia, più o meno verso la metà dell’Ottocento, prima che  gli europei abbiamo fatto la loro irruzione nel millenario mondo delle  tribù inuit. Prima del domani, appunto: il titolo di questo bel libro del danese Jorn Riel, pubblicato da Iperborea.
Uomini e donne che da sempre vivono in condizioni che a  noi piace classificare proibitive. Esistenze dure sostenute dalla forza  di piccole comunità che sanno trarre il meglio da una natura avara e  dal succedersi delle stagioni e concedersi persino la tregua della  bellezza. 
Poi arrivano loro, i bianchi sterminatori. E di un’intera  comunità non sopravvivono che una donna anziana e un suo nipotino,  flebile possibilità di futuro. 
Sullo sfondo di una vicenda poco  conosciuta, quella dell’orribile massacro degli inuit, ecco una storia  intensa, dolorosa e poetica.
Una storia “possibile”, raccontata da uno scrittore che per tanti anni ha vissuto in Groenlandia (prima di  finire, per chissà quale singolare contrappasso, in Malesia), a partire  da due crani che tanti anni fa ha ritrovato in queste terre dell’estremo  nord: di una donna e di un bambino appunto,
Riel è magistrale nel  raccontarci il mondo degli inuit prima del devastante impatto con gli  europei. Una rara penna capace di usare al meglio tutti i colori del  crepuscolo.
Una piccola isola di parole nel grande oceano della rete per condividere libri e mondi
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