lunedì 31 ottobre 2011

Invidia per l'Irlanda e il suo presidente poeta rock

E dunque, ora invidio anche l'Irlanda, paese già invidiabile per molte cose, che inopinamente ha eletto presidente della Repubblica un poeta.

Invidio l'Irlanda con la stessa intensità con cui nei giorni scorsi ho invidiato la Danimarca, altro paese già invidiabile per molte cose, quando ho letto di come il nuovo governo si è insediato, andando tutti dalla regina in bicicletta, qualcuno dei ministri (e delle ministre) anche con il cestino della merenda sul manubrio, senza nemmeno l'ombra di un auto blu in giro (e per la cronaca, oggi in Danimarca il ministro del Fisco ha 26 anni, è studente di scienze politiche e di nome fa Thor).

Però ora invidio il paese che ha avuto il coraggio di eleggere un poeta alla sua massima carica istituzionale, preferendolo a una star della televisione e a un ex comandante militare.

Non conosco Michael Higgins, non ho avuto mai modo di leggere i suoi versi. E qualcuno, giustamente, può obiettare che essere poeta non è una garanzia sufficiente per essere un buon presidente. Così come i filosofi, fin dai tempi di Platone e della sua Repubblica, non è che abbiano convinto più di tanto alla guida di un paese.

Non lo so, ma quello che ho appreso di Higgins, mi fa ben pensare: poeta, ma anche pacifista; uno che ha fondato un canale tv in gaelico, ma scrive anche per una rivista rock.... che dire? Se non le istituzioni irlandesi è giusto invidiare almeno gli irlandesi, per quello che sono stati capaci di votare.

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