lunedì 22 novembre 2021

8 settembre 1943: la lunga notte delle scelte


E' perchè sono fatto così, mi piace classificare, ordinare i libri per genere, sistemarli ognuno con una sua etichetta. E quindi arrendermi all'evidenza: i libri più convincenti quasi sempre quelli che non si lasciano catturare in questo modo, sono farfalle che si posano solo per un  istante, sistematiche invasioni di campo

Sono fatto così e con La lunga notte - l'ultimo libro di Leonardo Gori e tredicesima avventura del capitano Bruno Arcieri (Tea edizioni) - ho prima ceduto alla solita tentazione e poi, prima e più piacevolmente di altre volte, mi sono arreso. Vien facile sostenere che è un noir, però poi senti che questo genere, per quanto largo, è gabbia; che Leonardo questa volta ha voluto davvero sperimentare, aggiungere, contaminare, ignoro se consapevolmente o se posseduto dal piacere della narrazione; che questo libro è anche romanzo bellico, romanzo sentimentale, romanzo di spionaggio, romanzo di viaggio, elenco che potrebbe persino allungarsi; e che tutto questo corrisponde all'ambizione, legittima e soddisfatta, del romanzo-romanzo: a tutto tondo. 

E' un gran libro, questo: a mio parere uno dei più importanti di cui Leonardo ci abbia finora fatto dono. Pieno di spunti importanti, che si riconnettono all'8 settembre 1943, ovvero a uno dei passaggi più tragici del nostro Novecento, certamente il più vergognoso

Tutto si svolge in solo quattro giorni, in una Roma dove per opportunismo e ipocrisia si prende le distanze dal fascismo che fino a poche settimane prima riempiva le piazze, ma le cose sono cambiate solo alla superficie; dove si attende l'annuncio dell'armistizio ma nessuno si prepara ad affrontarne le conseguenze, anzi, dove l'unica cosa che si prepara è la grande fuga, il rompete le righe generalizzato. 

L'8 settembre: ovvero il tutti a casa, il disfacimento di un paese e delle sue istituzioni. Ed è in questo contesto che Leonardo sgrana la sua narrazione, introducendoci a un altro scenario possibile, che molto avrebbe potuto risparmiare all'Italia. 

E' sempre affascinante giocare al cosa sarebbe successo se, ma in questo caso c'è molto di più. Perché questa è anche l'ora delle scelte, da maturare alla svelta, magari nello spazio di una sola notte, lunga perché affollata di eventi e conseguenze. 

Mentre il disfacimento del paese  è anche il disfacimento di una storia di amore, mentre il romanzo si fa viaggio nell'Italia della guerra vera, anche lontano dal fronte, mentre le pagine svoltano ora verso un atto di amore per l'America del jazz e dei film, ora verso un complesso dialogo con chi sceglierà di stare dalla parte della Repubblica di Salò, questo romanzo ci sollecita sul tema della responsabilità, su ciò che si può comunque fare e non fare, malgrado tutto. 

Ps: per i lettori seriali di Leonardo Gori. Non disperate se arrivando verso la fine ancora non avrete incontrato l'amico Bordelli e Firenze. Salteranno comunque fuori....

 

 

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