lunedì 21 giugno 2021

Abitare poeticamente le città: Tokio tutto l'anno


Sicuro, le città non sono solo le loro mura, le strade, gli spazi che delimitano e aprono. Le città sono sguardi, emozioni, strati di passato che presidiano il presente e lo interrogano. Sono storie e persino calendari. E naturalmente ogni città non è solo una città, ma una moltititudine di città. Anche per esse vale il concetto che Pessoa applica a ognuno di noi.

Con queste lenti, ecco, ho letto Tokyo tutto l'anno di Laura Imai Messina (Einaudi), libro meraviglioso che non riesco davvero a  definire, come del resto capita con i libri migliori. Viaggio sentimentale, diario da flâneur per perdersi e ritrovarsi, autobiografia in forma di città o addirittura autobiografia a cura della stessa città, così come un altro libro che ho amato molto, l'Amsterdam di Geert Mak.

Fate voi. Ripeto, non so cosa sia, non me ne importa: sarà che questa immensa metropoli sembra in grado di liberarsi dal cemento e dall'acciaio, dal brulicare delle persone, dal correre e incrociarsi dei vari mezzi: e diventare farfalla che si posa lieve di fiore in fiore. Oltre che ciliegio dalle fioriture belle ed effimere, ancora più belle perché effimere. 

Dentro questo libro, dunque, ci sono gli sguardi dell'autrice che ha scelto Tokio come suo luogo dell'anima: un giorno ha lasciato l'Italia con una data di ritorno che è entrata alla svelta in crisi. C'è la sua curiosità e la sua meraviglia, c'è la sua disponibilità a sottrarsi ai luoghi comuni. Ci sono i vagabondaggi da un quartiere all'altro, le feste di vicinato con le musiche e i festoni colorati, ci sono le zuppe e gli altri cibi da strada, ci sono soprattutto le stagioni, e anche i mesi, che i giapponesi distinguono collegandoli a un fiore, a un frutto, a un'azione o a una possibilità.

Ci sono le "istantanee che dimostrano come a Tokyo tutti, indistintamente, vivano negli interstizi del mondo", cosa che mi dà da pensare. Ci sono parole scovate, interrogate, coccolate per trattenere il succo di nuove esperienze. Ci sono le illustrazioni di Igort, magnifiche.  C'è poesia, tanta poesia

E' anche invidia, quella che ho provato. Anch'io vorrei abitare una città così, abitarla poeticamente come diceva Walter Benjamin. Forse faccio così con la mia Firenze. Non so se mi basta.



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