lunedì 25 gennaio 2021

Bici e parole per cambiare in una settimana


Magari è così la vita, un sentiero già segnato, dove ciò che è stato è ciò che sarà. O forse no, forse può anche andare in un altro modo, la vita può essere il bisonte che scarta della canzone di Francesco De Gregori, non necessariamente il treno che tira dritto.
 
Può essere e può non essere. Vale per Daniele e per suo padre Enzo: in fondo si sono già rassegnati a ciò che sono l'uno per l'altro, o meglio non sono. E lo stesso vale per tutte le relazioni importanti, poco importa il capitale di affetti sperperato, ciò che rimane è delusione e stanchezza. Più i rimpianti, certo, ma con i rimpianti, si sa, si può anche convivere, basta che non sgomitino troppo per uscire allo scoperto.
 
Meno male che a volte si può scartare. Meno male che a volte c'è qualcuno che lo scarto lo impone, sfidando pretesti e contesti.  A Daniele ed Enzo succede quando la madre prende e scompare: e tutto quello che concede è una settimana di tempo, perché le cose ripartano per il verso giusto.
 
Così comincia Con tutto il bene che posso, l'ultimo libro di Emiliano Gucci (Giunti editore), con una madre e moglie che sparisce per lanciare una sfida che è di tutti. Si può riavvolgere il nastro? E può bastare una settimana, per sistemare non solo una relazione padre figlio, ma tutto il puzzle delle persone smarrite, dei torti subiti e inflitti, degli errori e degli equivoci che fanno ancora male?
 
Il resto sono cene discutibili, fughe in bicicletta, canzoni recuperate dal passato; sono rimorsi che affiorano e dialoghi tra sordi che forse potrebbero capirsi; litigi e discorsi senza le parole che farebbero davvero la differenza; ma poi anche incontri per chiudere conti in sospeso, sguardi di intesa, fiotti di sentimento, persino abbracci.
 
E' un bel libro, Con tutto il bene che posso, un libro in cui Emiliano si mette di nuovo in gioco come scrittore di affetti, relazioni, percorsi più o meno obliqui di educazione sentimentale. Ci ritrovo qualcosa del precedente Voi due senza di me - un'altra storia che non scherza sul tema dell'assenza e del rimpianto - e per la verità ci ritrovo qualcosa anche di Sui pedali tra i filari, con le due ruote per la Toscana che di per sè sono già riscatto e libertà.
 
Ma soprattutto ci trovo e mi tengo stretto il senso di un non è mai troppo tardi senza retorica e senza melassa. Solo con quella dose di malinconia che è una manifestazione della dolcezza

 

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