giovedì 17 ottobre 2019

Il maratoneta giapponese che impiegò 54 anni per il traguardo

Quando sarai in gara non fissarti sui tuoi avversari. Riporta alla mente le tue corse sotto la neve, tra i boschi della tua isola, gli allenamenti mattutini nel parco dell'università e il piacere che ne hai provato, la sensazione di libertà.

Shizo vive in Giappone, all'inizio del Novecento, quando il Giappone è davvero un mondo a parte. Un giorno ha scoperto la corsa e non si è più fermato, non  perché deve arrivare da qualche parte, ma perché la corsa può essere come un haiku, come una calligrafia: scava dentro, prende il cuore, allarga la vita. 

Solo che a forza di allenarsi diventa il più bravo: potrà correre la maratona alle Olimpiadi di Stoccolma del 1912, la prima a cui il Giappone partecipa. Su di lui si ripongono grandi speranze, lo stesso imperatore lo accompagna con i suoi saluti e i suoi auspici. Ma il giorno della gara Shizo non arriverà mai a tagliare il traguardo: si fermerà sette chilometri prima e per avere una seconda chance dovrà passare quasi una vita intera, passando attraverso la vergogna e il riscatto. Nessuna maratona sarà lunga come la sua, perchè per arrivare al traguardo, finalmente, impiegherà 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi. 

In mezzo una vita appartata, per cercare pace e riconciliazione con se stessi nel ritmo delle stagioni. Una vita da guardiano della collina dei ciliegi, che è anche il titolo di questo bel libro di Franco Faggiani (Fazi editore). Un romanzo che prende spunto da una storia vera e cerca l'incanto della vita, meravigliosa e fragile come i fiori di ciliegi. 


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