venerdì 16 agosto 2019

Con Leonardo sulla nave dei vinti

"Che fai, Bruno? Sogni a occhi aperti?"
"Sono ricordi dolorosi." Guardò l'orologio, era ora di tornare a casa. "Andiamo, ti racconterò per strada"

Può bastare una notte per raccontare una storia di trent'anni prima che ha cambiato i destini di molti, forse del mondo intero?  Forse sì, se i passi assecondano le parole, se Firenze di inverno sembra ascoltare, se il vento gelido portare con sé i volti e gli sguardi come foglie trascinate via. Forse sì, se a raccontare è Bruno Arcieri, se dentro la storia c'è la sua vita precedente, che né l'età né la disillusione hanno condannato all'oblio. 

Parte da una notte così La nave dei vinti di Leonardo Gori (TEA edizioni), parte per tornare indietro, a una primavera del 1939 dove molte cose sono successe, e sembrano già troppe, figurarsi che col senno di poi quasi tutto sembra ancora che debba succedere. 

In realtà basterebbe alzare la testa, guardare oltre l'Italia fascista, spingersi sull'altra sponda del mare, questa volta non a sud ma a ovest, per capire che al peggio già siamo arrivati. In Spagna è alle battute conclusive l'anteprima di guerra nazifascista, la Repubblica sta capitolando, i profughi cercano scampo. E' gente come quella che un giorno arriva a Genova, su una nave in avaria che in realtà doveva attraccare in Francia. E insieme a questa umanità dolente e incerta arriva anche anche un cadavere in stiva, di cui si ignora tutto. 

Da qui comincia una storia di intrighi e tradimenti, sullo sfondo di un'Europa che sta rotolando verso una guerra che ora pare inevitabile, però chissà.... e ci sono federali fascisti, spie al soldo di Mosca, religiosi che forse non sono quello che dicono di essere.... e c'è Bruno Arcieri, ovviamente, agente del servizio informazioni militare, un uomo che non è, non è solo quanto il suo ruolo esige, perché poi è questo che fa la differenza.

Non dico di più, per non sciupare i tempi e le sorprese del noir, ci mancherebbe. Ma quante corde mi ha toccato questo libro di Leonardo, quante emozioni che negli anni ho coltivato in altre pagine, come se poi dovessi per forza arrivare a questa lettura. Io che ho cercato di leggere quanto più possibile delle vicende della Guerra di Spagna - immensa grandezza e immensa miseria - ma che forse ho trascurato il dopo degli uomini e delle donne in fuga. Io che in quella nave ormeggiata a Genova ho visto la storia di altre navi di oggi, di altra umanità in attesa. 

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