lunedì 17 dicembre 2018

Sorpresa, la felicità è un viaggio in corriera

Insomma, io prendo gli autobus come se andassi al cinema. Compro il biglietto, mi metto comodo e mi gusto il film.

Come saggiamente dice Claudio Visentin nella sua prefazione, nessuno più di Paolo Merlini aveva  credenziali migliori per un libro quale La felicità viaggia in corriera, ultimo gioiellino di Ediciclo. Nessuno, perché trovatela voi un'altra persona innamorata così dei viaggi sui pullman a lunga percorrenza e capace di spremere da essi gioia fino all'ultima goccia. 

Paolo è uno così, una persona che ama studiare orari, incastrare coincidenze, osservare il via vai delle autostazioni, scegliere destinazioni e ancor più spesso farsi scegliere. Mi piacerebbe sapere quanti chilometri ha macinato in questo modo e se in casa custodisce una carta dell'Italia e dell'Europa aggiornata con le puntine da disegno dei vari colori.

Pensare che la corriera fino a non troppo tempo fa sembrava il mezzo dei pendolari e degli sfigati, di coloro insomma che non potevano permettersi altro. Al massimo c'erano i ricordi di qualche gita scolastica o della parrocchia. E poc'altro, se non una certa mitologia che però, per permettersi di essere tale, riguardava un altro continente: l'America solcata dai Greyhound, i pullman del levriero. Roba da Jack Kerouac e compagni.

A Jack, a dire il vero, si rivolge anche Paolo, proprio all'inizio del suo libro. Ma lui non è in Oklahoma, è sulla linea per Cosenza. E il dialogo affiora dal dormiveglia: 

Vedi Jack, io quando viaggio di notte sugli autobus di linea sogno molto perché mi sento libero come un pensiero fugace, come  la fantasia di un adolescente, come un dejà vu.

Questi viaggi appartengono al presente, sono possibilità che ognuno di noi può cogliere, basta consultare un orario, basta affidarsi a quella lentezza che al viaggiatore è essenziale.

E così ecco un altro modo di viaggiare, ecco un'altra Italia, di posti che nemmeno sapremmo collocare su una mappa. Ecco un'altra geografia e con essa anche una possibilità di poesia: nelle infinite strade solcate, anche di notte, dal popolo delle corriere. Chi per necessità, chi per quella strana felicità che, grazie a questo libro, mi sforzerò anch'io di ricercare un po' di più.


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