Dici Lake District e pensi a uno dei posti più incantevoli dell'Inghilterra e dell'intera Europa, un paradiso per i camminatori e in particolare per quanti amano leggere un territorio attraverso la cultura che esso ha ispirato. Lake District: i laghi tra cui trovarono pace e ispirazione William Worsdsworth e tanti altri poeti, gli scenari naturali rappresentati da tanti pittori romantici che, tra le altre coxe, ci hanno regalato anche l'aggettivo "pittoresco".
Del Lake District diceva appunto Wordsworth: Al fondo di queste Vallate si trovava una perfetta Repubblica di Pastori e di Agricoltori. Poche parole per seminare l'invidia di un posto idilliaco, buono per ogni tentazione bucolica. Ma proprio questo è il punto, che il Lake District è stato sempre raccontato dai poeti, dai pittori, da chi comunque è arrivato da Londra o da altre città e che il Lake District l'ha scoperto e quindi scelto. Non da chi da sempre lo abita, tosando pecore invece di maneggiare penne e pennelli.
Per questo è sorprendente - oltre che incredibilmente affascinante - un libro quale La vita del pastore (Mondadori) di James Rebanks, che pastore lo è sempre stato e lo è ancora, nonostante le parabole della vita lo abbbiamo portato a laurearsi a Oxford.
Pensare che Rebanks, discendente di una famiglia che alleva pecore da seicento anni, a scuola non voleva nemmeno andare: in aula si raccontava un mondo che non era il suo, la sua storia, il suo mestiere, i suoi monti pareva non avessero diritto di cittadinanza tra quei banchi. Poi è andata come è andata e lui ha saputo andare avanti nella vita senza tagliare le radici.
Eccolo allora il suo mondo, che ancora resiste malgrado tutto, tra pascoli, rocce e pub dove la trattativa per un buon animale si conclude con una stretta di mano e una pinta di birra. Un mondo dove i terreni comuni e le regole comunitarie che ne disciplinano l'uso non sono stati spazzati via e dove i nomi dei padri sono interscambiabili con quelli dei figli, tanto quello che conta è il nome della fattoria. Dove anche ai tempi del web 2.0 il lavoro è segnato dal sorgere e dal tramontare del sole.
Il Lake District: non solo un luogo letterario o la destinazione di uno splendido viaggio. Piuttosto un luogo che è il risultato del lavoro di secoli, la sommatoria di infiniti gesti, azioni, scelte. La vera storia della nostra terra dovrebbe essere la storia dei suoi perfetti sconosciuti. Vero, verissimo.
Come è vero che i libri costruiscono l'immaginario di un luogo. Per questo è importante che i libri siano scritti. E che siano scritti anche dalle persone che a quel luogo appartengono.
Del Lake District diceva appunto Wordsworth: Al fondo di queste Vallate si trovava una perfetta Repubblica di Pastori e di Agricoltori. Poche parole per seminare l'invidia di un posto idilliaco, buono per ogni tentazione bucolica. Ma proprio questo è il punto, che il Lake District è stato sempre raccontato dai poeti, dai pittori, da chi comunque è arrivato da Londra o da altre città e che il Lake District l'ha scoperto e quindi scelto. Non da chi da sempre lo abita, tosando pecore invece di maneggiare penne e pennelli.
Per questo è sorprendente - oltre che incredibilmente affascinante - un libro quale La vita del pastore (Mondadori) di James Rebanks, che pastore lo è sempre stato e lo è ancora, nonostante le parabole della vita lo abbbiamo portato a laurearsi a Oxford.
Pensare che Rebanks, discendente di una famiglia che alleva pecore da seicento anni, a scuola non voleva nemmeno andare: in aula si raccontava un mondo che non era il suo, la sua storia, il suo mestiere, i suoi monti pareva non avessero diritto di cittadinanza tra quei banchi. Poi è andata come è andata e lui ha saputo andare avanti nella vita senza tagliare le radici.
Eccolo allora il suo mondo, che ancora resiste malgrado tutto, tra pascoli, rocce e pub dove la trattativa per un buon animale si conclude con una stretta di mano e una pinta di birra. Un mondo dove i terreni comuni e le regole comunitarie che ne disciplinano l'uso non sono stati spazzati via e dove i nomi dei padri sono interscambiabili con quelli dei figli, tanto quello che conta è il nome della fattoria. Dove anche ai tempi del web 2.0 il lavoro è segnato dal sorgere e dal tramontare del sole.
Il Lake District: non solo un luogo letterario o la destinazione di uno splendido viaggio. Piuttosto un luogo che è il risultato del lavoro di secoli, la sommatoria di infiniti gesti, azioni, scelte. La vera storia della nostra terra dovrebbe essere la storia dei suoi perfetti sconosciuti. Vero, verissimo.
Come è vero che i libri costruiscono l'immaginario di un luogo. Per questo è importante che i libri siano scritti. E che siano scritti anche dalle persone che a quel luogo appartengono.
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