Tra sogno e rocce, le tre montagne di Meschiari

Un anziano che azzarda l'ultima scalata della vita, con i suoi acciacchi e i suoi pensieri; due uomini che intrecciano una strana amicizia, perdendosi e ritrovandosi sui sentieri della Resistenza; un figlio che ascolta le ultime parole del padre in un bosco senza tempo. Tre parabole di vita, tre storie, tre montagne: è questa la sostanza del sorprendente libro di Matteo Meschiari, professore di antropologia e studioso del paesaggio, pubblicato da una piccola ma coraggiosa casa editrice piemontese, Fusta, nella collana Bassastagione.

Tre montagne, questo appunto è il titolo, è un libro difficile da raggiungere, come una cima dei miei Appennini. Certo non un libro di cui si legge nelle pagine di cultura dei quotidiani o che viene segnalato nei flussi dei social media o che spicca nelle vetrine delle principali librerie. Ci si può arrivare solo grazie a quelle strane magie per cui un libro, vai a sapere perché, accende la tua curiosità. Oppure grazie a quelle correnti che attraversano il grande mare della lettura e che un giorno depositano un consiglio sulla tua sponda - perché questo è in effetti il passaparola.

Libro difficile da raggiungere, ma poi anche non semplice da scalare: lettura che richiede sforzo, impegno, concentrazione. Ma poi è davvero come una cima che ti sei proposto di fare tua, per poi sorprenderti a ogni passo di ciò che vedi intorno a te e per ciò che riesci a fare.

Giochi di vento, disegni di luce, rocce, materia e sogno: queste sono le montagne di Meschiari. E una volta calpestate ti rimangono dentro.

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