Questa è la storia dei cinque anni che ho trascorso con la mia famiglia nell'isola greca di Corfù. In origine doveva essere un resoconto blandamente nostalgico della storia naturale dell'isola ma ho commesso il grave errore di infilare la mia famiglia nel primo capitolo del libro. Non appena si sono trovati sulla pagina, non ne hanno più voluto sapere di levarsi di torno...
Ecco comincia così La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell, ormai un classico dell'Adelphi, tra i libri più amati tra i tanti che nell'ultimo mezzo secolo ci sono arrivati dall'Inghilterra. Non un capolavoro, però un libro che è un piacere garbato e un inno alla vita. Con dentro i colori del Mediterraneo e una casa che nelle scoperte e nelle birbonate di un ragazzino diventa uno zoo, bipedi umani compresi. Con una madre così inglese da rimanere sempre splendidamente imperturbabile - "Meno male che sei venuto, caro, questo pellicano è un po' difficile da trattare" - e una incredibile galleria di abitanti di Corfù che scatenano le più singolari alchimie emotive nel rapporto con la famiglia Durrell.
E meno male che lo scrittore in famiglia - quello vero - era il serio, anzi, altezzoso Lawrence. Meno male che Gerald per tutta la vita non ha preteso altro che di essere uno zoologo, magari di tanto in tanto prestato alla scrittura.
Ci si diverte e ci si commuove, inseguendo questo ragazzino che scopre il mondo e che in questo mondo costruisce la passione e il lavoro di una vita. E non si può sorridere pensando all'uomo che si guarda indietro, ritrova quel ragazzino e così lo racconta, anzi si racconta. Con quell'umorismo che non è superficialità, è solo una particolare leggerezza di cui abbiamo bisogno come l'aria.
Ecco comincia così La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell, ormai un classico dell'Adelphi, tra i libri più amati tra i tanti che nell'ultimo mezzo secolo ci sono arrivati dall'Inghilterra. Non un capolavoro, però un libro che è un piacere garbato e un inno alla vita. Con dentro i colori del Mediterraneo e una casa che nelle scoperte e nelle birbonate di un ragazzino diventa uno zoo, bipedi umani compresi. Con una madre così inglese da rimanere sempre splendidamente imperturbabile - "Meno male che sei venuto, caro, questo pellicano è un po' difficile da trattare" - e una incredibile galleria di abitanti di Corfù che scatenano le più singolari alchimie emotive nel rapporto con la famiglia Durrell.
E meno male che lo scrittore in famiglia - quello vero - era il serio, anzi, altezzoso Lawrence. Meno male che Gerald per tutta la vita non ha preteso altro che di essere uno zoologo, magari di tanto in tanto prestato alla scrittura.
Ci si diverte e ci si commuove, inseguendo questo ragazzino che scopre il mondo e che in questo mondo costruisce la passione e il lavoro di una vita. E non si può sorridere pensando all'uomo che si guarda indietro, ritrova quel ragazzino e così lo racconta, anzi si racconta. Con quell'umorismo che non è superficialità, è solo una particolare leggerezza di cui abbiamo bisogno come l'aria.
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