Lo zar aveva parlato, e i cosacchi, forti della loro straordinaria vocazione e tradizione militare, "ardevano dal desiderio di combattere contro il nemico". Ma chi era il nemico? Non lo sapeva nessuno. Il telegramma che ordinava la mobilitazione non forniva alcun particolare. Le voci abbondavano. In un primo momento tutti immaginarono che la guerra fosse contro la Cina....
Ecco, è solo una delle tante istantanee custodite da un libro magnifico, avvincente a prescindere dalle molte pagine, che ricostruisce i mesi precedenti allo scoppio del conflitto mondiale, fino ai giorni della dichiarazione di guerra e della mobilitazione, sul finire del luglio 1914. Opera dello storico australiano Christopher Clark (Laterza editore), titolo e sottotitolo dicono già molto: I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande Guerra. Buona premessa per lasciarsi portare via da questo racconto potente come un grande fiume.
E si può condividere o meno le responsabilità che alla fine l'autore distribuisce agli uni e gli altri - so che in effetti sono state discusse - ma il punto non è additare la Germania, l'Austria o la Serbia. Piuttosto è provare a dare un senso a ciò che senso non ha, e questo è peggio. Piuttosto è cercare di orientarsi in questa incredibile miscela di miopia, arroganza, imprevidenza, indifferenza. Non ci fosse poi il terribile conto dei morti, quasi un gioco di società, buono per una esclusiva località termale. E se non fosse tragedia sarebbe il trionfo del ridicolo.
Appetiti, ripicche, parole mancate, distrazioni. E in tutto questo la guerra che non è l'epilogo scontato, semmai il più improbabile. Altre volte si era danzato sul margine del precipizio, senza che fosse successo niente. Il più improbabile, finche davvero non avverrà veramente.
Re, imperatori, ministri, diplomatici, generali: Chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo. E da sonnambulo rovinerà nel precipizio, portandosi dietro il mondo.
Ecco, è solo una delle tante istantanee custodite da un libro magnifico, avvincente a prescindere dalle molte pagine, che ricostruisce i mesi precedenti allo scoppio del conflitto mondiale, fino ai giorni della dichiarazione di guerra e della mobilitazione, sul finire del luglio 1914. Opera dello storico australiano Christopher Clark (Laterza editore), titolo e sottotitolo dicono già molto: I sonnambuli. Come l'Europa arrivò alla Grande Guerra. Buona premessa per lasciarsi portare via da questo racconto potente come un grande fiume.
E si può condividere o meno le responsabilità che alla fine l'autore distribuisce agli uni e gli altri - so che in effetti sono state discusse - ma il punto non è additare la Germania, l'Austria o la Serbia. Piuttosto è provare a dare un senso a ciò che senso non ha, e questo è peggio. Piuttosto è cercare di orientarsi in questa incredibile miscela di miopia, arroganza, imprevidenza, indifferenza. Non ci fosse poi il terribile conto dei morti, quasi un gioco di società, buono per una esclusiva località termale. E se non fosse tragedia sarebbe il trionfo del ridicolo.
Appetiti, ripicche, parole mancate, distrazioni. E in tutto questo la guerra che non è l'epilogo scontato, semmai il più improbabile. Altre volte si era danzato sul margine del precipizio, senza che fosse successo niente. Il più improbabile, finche davvero non avverrà veramente.
Re, imperatori, ministri, diplomatici, generali: Chi aveva le leve del potere era come un sonnambulo. E da sonnambulo rovinerà nel precipizio, portandosi dietro il mondo.
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