Ero intrappolato tra due leggende. Mi sentivo come una fetta di salame in un panino eroico. "Fantastico! Andiamo!" dissi.
Ecco, più o meno comincia così, per l'italo-americano Jim Longhi, figlio di pugliesi approdati a New York una manciata di anni prima, uomo che vivrà una vita da film - da film alla Frank Capra o alla Billy Wilder - lui che attraverso svariati lavori improbabili - pugile, guardia del corpo, commerciante di calze - arriverà a laurearsi in legge alla Columbia University, a dedicarsi alla politica e alla scrittura, a farsi amico personaggi come Frank Sinatra e Arthur Miller, a fallire per pochi voti l'elezione al Congresso.
Però non è di tutto questo che parla Woody, Cisco e me, libro sorprendente e accattivante che ci propone Clichy. Qualche indizio piuttosto ce lo offre il sottotitolo, Tre uomini in mare. Niente a che vedere, però, con altri titoli che suonano più o meno allo stesso modo e che ci conducono dalle parti di Jerome K. Jerome e dell'umorismo inglese.
No davvero, perché Woody è Woody Guthrie, la leggenda del folk americano, l'uomo che ha fatto della sua chitarra un'arma potente contro il fascismo e che con le sue canzoni indica una strada ai lavoratori americani, dignità e sindacato, lotta e futuro. Quanto a Cisco, beh, si chiama Cisco Houston e nonostante il nome da Fratelli Marx è musicista anche lui, compagno di Woody in concerti, scorribande e immagino anche interminabili notti di alcool e chiacchiere.
Jim si ritrova al loro fianco quasi per caso, mentre cincischia tra un'esitazione e un timore nella fila per arruolarsi volontari nella Marina mercantile che sta sfidando Hitler. Che non è un compito di comodo, retrovia da imboscati: perché quelle navi che attraversano l'Atlantico, cariche di rifornimenti (soprattutto munizioni) sono essenziali per combattere i nazisti in Europa. Lo sanno anche i nazisti che con i loro sommergibili in quella primavera del 1943 hanno già affondato 700 di quelle navi e ucciso 6 mila marinai americani.
E dunque ci sono molti libri in questo libro: c'è la storia di un'avventura di guerra e la storia di Woody e dei suoi due amici; ci sono alcune canzoni che sono entrate nella leggenda e c'è quell'immigrazione italiana che non ha niente a che vedere con le storie di mafia, ma semmai con l'orgoglio per la propria cultura; c'è l'antifascismo in terra d'America e c'è anche un ritorno in Italia, insieme allo sbarco degli Alleati, che ci consente uno sguardo diverso da molti altri. E certo, c'è anche un'America che sta dalla parte giusta, quella che sa regalare coraggio e speranza.
L'America che in fondo abbiamo scoperto di amare in tanti libri e film e che ora, inaspettatamente, ho ritrovato in queste pagine.
Ecco, più o meno comincia così, per l'italo-americano Jim Longhi, figlio di pugliesi approdati a New York una manciata di anni prima, uomo che vivrà una vita da film - da film alla Frank Capra o alla Billy Wilder - lui che attraverso svariati lavori improbabili - pugile, guardia del corpo, commerciante di calze - arriverà a laurearsi in legge alla Columbia University, a dedicarsi alla politica e alla scrittura, a farsi amico personaggi come Frank Sinatra e Arthur Miller, a fallire per pochi voti l'elezione al Congresso.
Però non è di tutto questo che parla Woody, Cisco e me, libro sorprendente e accattivante che ci propone Clichy. Qualche indizio piuttosto ce lo offre il sottotitolo, Tre uomini in mare. Niente a che vedere, però, con altri titoli che suonano più o meno allo stesso modo e che ci conducono dalle parti di Jerome K. Jerome e dell'umorismo inglese.
No davvero, perché Woody è Woody Guthrie, la leggenda del folk americano, l'uomo che ha fatto della sua chitarra un'arma potente contro il fascismo e che con le sue canzoni indica una strada ai lavoratori americani, dignità e sindacato, lotta e futuro. Quanto a Cisco, beh, si chiama Cisco Houston e nonostante il nome da Fratelli Marx è musicista anche lui, compagno di Woody in concerti, scorribande e immagino anche interminabili notti di alcool e chiacchiere.
Jim si ritrova al loro fianco quasi per caso, mentre cincischia tra un'esitazione e un timore nella fila per arruolarsi volontari nella Marina mercantile che sta sfidando Hitler. Che non è un compito di comodo, retrovia da imboscati: perché quelle navi che attraversano l'Atlantico, cariche di rifornimenti (soprattutto munizioni) sono essenziali per combattere i nazisti in Europa. Lo sanno anche i nazisti che con i loro sommergibili in quella primavera del 1943 hanno già affondato 700 di quelle navi e ucciso 6 mila marinai americani.
E dunque ci sono molti libri in questo libro: c'è la storia di un'avventura di guerra e la storia di Woody e dei suoi due amici; ci sono alcune canzoni che sono entrate nella leggenda e c'è quell'immigrazione italiana che non ha niente a che vedere con le storie di mafia, ma semmai con l'orgoglio per la propria cultura; c'è l'antifascismo in terra d'America e c'è anche un ritorno in Italia, insieme allo sbarco degli Alleati, che ci consente uno sguardo diverso da molti altri. E certo, c'è anche un'America che sta dalla parte giusta, quella che sa regalare coraggio e speranza.
L'America che in fondo abbiamo scoperto di amare in tanti libri e film e che ora, inaspettatamente, ho ritrovato in queste pagine.
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