martedì 11 novembre 2014

Ricordando ciò che è successo a Ypres


Eppure è giusto che in un luogo della terra si conservino i segni atrocemente visibili del grande crimine.

E' giusto che centomila persone vengano qui scoppiettanti nella loro spensieratezza, poiché, volenti o nolenti, queste innumerevoli tombe, queste foreste avvelenate, questa piazza a pezzi sono fonti di ricordo.

E ogni ricordo è formatore, perfino per la natura più primitiva e più inerte. Ogni ricordo, quale che sia la forma o la sua intenzione, riporta la memoria a quegli anni spaventosi che non debbono mai essere dimenticati. 

Mi sembra giusto e formativo che ogni anno, il 4 agosto, alle nove del mattino, nell'ora precisa in cui i tedeschi sono entrati nel paese nel 1914, tutte le campane del Belgio si mettano a suonare, le sirene delle fabbriche a fischiare e si sospenda il lavoro per qualche minuto....

(Stefan Zweig, Ypres, da Il mondo senza sonno, Skira)

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