Scrive di uomini lasciati indietro da tempi che hanno troppa fretta, di luoghi che sono nicchie, margini , avanzi di epoche che il futuro prossimo, se non il presente, pare condannare. E le sue sono storie pensose, colorate di nostalgia , intrise di passioni o abitudini che tradiscono una certa età: come la pesca, i giochi di carte, certe bevute al bar. Eppure quanta leggerezza , quanta gioia di raccontare: magari le parole saranno varco per un'altra possibilità, per riavvolgere il nastro e ripartire, dopo tanta smania di cambiamento. Ecco, sono queste le sensazioni che mi ha procurato La cena dei coscritti di Michele Marziani (Bottega Errante), ultimo libro di un autore che da molti anni seguo con grande piacere ed empatia. E' un'altra storia di resistenza, ambientata in una terra alta che farei fatica a riconoscere su una carta, ma che in fondo è molti luoghi, diversi per coordinate geografiche , ma non per destino. Un centro di montagna dove i bambini non nascono
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