lunedì 4 novembre 2013

Pennac: l'uomo scrive libri perché si sa mortale

L'uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.

La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun'altra, ma che nessun'altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva del suo destino ma intreccia una fitta rete di connovenze tra la vita e lui.

Piccolissime, segrete connovenze che dicono la paradossale felicità di vivere, nel momento stesso in cui illuminano la tragica assurdità della vita. Cosicché le nostre ragioni di leggere sono "strane" quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità.

I rari adulti che mi hanno dato da leggere hanno sempre ceduto il passo ai libri e si sono ben guardati dal chiedermi cosa avessi "capito".

A loro, naturalmente, parlavo delle loro mie letture. Vivi o morti che siano, a loro dedico queste pagine.

(Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli)

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