lunedì 11 marzo 2013

Quando Borges si ritrovò il suo primo libro

Il libro fu stampato in gran fretta in cinque giorni perché si rendeva necessario un nostro nuovo viaggio in Europa... fu pubblicato con grande disinvoltura.

Non c'era un indice e le pagine non erano numerate. Mia sorella fece una xilografia per la copertina, e ne feci stampare trecento copie. In quei giorni pubblicare un libro era un'avventura piuttosto privata.

Non mi venne neanche in mente di mandare delle copie alle librerie o ai critici. La maggior parte le regalai.

Ricordo uno dei miei metodi di distribuzione. Avendo notato che molti di quelli che andavano negli uffici di "Nosotros" (una delle più vecchie e più serie riviste letterarie dell'epoca) lasciavano i cappotti appesi agli attaccapanni dell'anticamera, portai cinquanta o cento copie ad Alfredo Bianchi, uno dei redattori.

Bianchi mi guardò stupefatto e disse: Non ti aspetterai mica che venda questi libri, vero? 

No, risposi, non sono pazzo fino a questo punto, pensavo di chiederti il favore di infilarne qualcuno nelle tasche di quei cappotti. Lui lo fece.

(Jorge Luis Borges, Abbozzo di autobiografia, a proposito della sua prima raccolta, Fervor de Buenos Aires, 1923)


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