lunedì 24 dicembre 2012

Diversi nel volto, diverse nelle parole

Se accetti che il viso del tuo vicino non assomigli al tuo accetta anche le sue opinioni siano diverse dalle tue.

Sono queste le parole, di un maestro dell'ebraismo, che qualche tempo fa ci ha regalato Gianfranco Ravasi, per il suo Breviario sul supplemento di cultura della domenica del Sole 24 Ore. Non male, no? Parole buone per il Natale, parole buone per tutto l'anno.

Spiega Ravasi, con una lucidità che questa volta non è sorretta da un facile ottimismo:

Il volto è il segno dell'unicità di una persona e anche della sua alterità. E' un dato fisico incontrovertibile. E, allora, perché non accogliere come una ricchezza la diversità delle opinioni che fioriscono da quelle labbra?

Pensiero buono per il Natale, pensiero buono per tutto l'anno. Pensiero per lasciarsi alle spalle tutti gli alfieri del con me o contro di me, del dopo di me il diluvio. Pensiero per poter prescindere da ogni pensiero unico.

Ps: il maestro di cui sopra si chiamava Pinchas di Koretz, ha vissuto in Lituania nel diciottesimo secolo. Internet può servire anche per pescare qualche altra sua parola. Merita.

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