Forse qualche
lettore troverà che dico delle cose banali. Ma chi è scandalizzato
è sempre banale. E io, purtroppo, sono scandalizzato.
Non mancano
certo le ragioni di scandalo, ai nostri tempi forse ancor di più che
ai tempi di Pier Paolo Pasolini. Sarà per questo che i suoi Scritti corsari,
a distanza di tanti anni, conservano ancora una forza straordinaria.
Sarà per questo che ancora disorientano per la loro asprezza, il
loro rigore.
In esse c'è davvero tutta l'arte scontrosa di
Pasolini, grande intellettuale che con questo ultimo libro, uscito
poco dopo la morte, ci regala qualcosa a metà tra il testamento e la
profezia.
Io non ho alle
mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene
paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall'essermi
messo in condizione di non avere niente da perdere, e quindi di non
esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io
del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca.
E oggi, se non ci mancano le ragioni di scandalo, ci mancano, come no, gli intellettuali come lui, capaci di perseverare nella loro
scandalosa ricerca.
Nessun commento:
Posta un commento