venerdì 3 febbraio 2012

Lo scrittore e il dolce veleno della vanità

Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. 

Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome verrà stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. 

Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ormai ha un prezzo 

(Carlos Ruiz Zafòn, Il gioco dell'angelo, Mondadori)

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