venerdì 18 novembre 2011

Se anche a Teheran si legge Amos Oz

Viene in mente un bellissimo libro di Azar Nafisi di qualche anno fa, titolo che dice già tutto, Leggere Lolita a Teheran..... E se leggere Lolita a Teheran, negli anni della rivoluzione fondamentalista, era già un'impresa, una provocazione, una splendida scoperta, che dire se si tratta di leggere non Nabokov l'immorale, ma Amos Oz, lo scrittore israeliano, cioè il nemico? 


Sembrerebbe naturale, poter trovare i suoi titoli in libreria, acquistarli, leggerli, condividerli.... anche perché, vorrei dire, negarsi certe possibilità significa farsi male, non fare male, perdere qualcosa e forse molto. E invece no, si sa come vanno le cose.


Per cui magari è una notizia che passerà inosservata, eppure è una grande bella notizia: mentre tra Israele e Iran prosegue il braccio di ferro sul nucleare, mentre spirano persino venti di guerra, Amos Oz viene tradotto in farsi e compare nelle librerie iraniane.


Per ora solo solo con un libro - D'un tratto, nel folto del bosco, che se volete è un altro titolo che dice tutto - un libro che è una fiaba per bambini (ma forse anche per adulti).


Una fiaba, solo una fiaba. Ma che bella questa fiaba che permette di raccontarne un'altra, sul potere dei libri, sulle parole che nessuno tiene a tenere dentro i confini.

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