mercoledì 13 luglio 2011

L'autunno dei Mille, dopo l'impresa


Ci fu chi salpò per i Mari del Sud, come Nino Bixio, che arrivò fino a Sumatra per arrendersi al colera: i suoi uomini lo seppellirono su una spiagga, il corpo avvolto nel tricolore.

Ci fu chi si tolse la vita, come Raffaele Piccolo, che quando gli tolsero la pensione riconosciuta ai Mille aspettò che la moglie e i cinque figli si addormentassero per conficcarsi un chiodo in testa.

Ci fu chi finì deportato in Siberia, dopo aver combattuto dalla parte dei polacchi, combinando così nella stessa vita i colori della Sicilia e le disrese ghiacciate della grande Russia.

Ci fu chi lasciò la camicia rossa per la tonaca, come il salesiano Fagnano, che da missionario si spinse fino alla Terra dei Fuoco e fu testimone del massacro degli indios

E ci fu chi finì in galera o in manicomio.

Con la storia che si impara a scuola è sempre così, conta la data dell'evento, la battaglia, l'impresa. Poi cala il buio sugli uomini e vai a sapere come andò a finire. Cosa se ne sa dei Mille dopo i Mille? Cosa se ne sa delle mille storie che a un incrocio della Storia divennero i Mille? Cosa successe dopo?

Dice Giorgio Boatti su Tuttolibri, presentando La lunga notte dei Mille di Paolo Brogi (Aliberti editore):

Della primavera dei Mille, anzi dei 1089 che sbarcarono con Garibaldi a Marsala nel maggio 1860, si conosceva tutto o quasi. Prima che Paolo Brogi scrivesse La lunga notte dei Mille, ben poco si sapeva del loro autunno

E ben vengano i libri che gettano uno sguardo oltre, ritessendo il filo delle storie individuali dopo che si è consumato il grande appuntamento con la Storia.

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