Ogni volta che ripenso a Tiziano Terzani e in particolare a Un indovino mi disse mi ritornano in mente alcune parole di Basho, un poeta del Giappone che vagabondò senza requie, camminando con i suoi sottili sandali di paglia:
A mia volta sono stato tentato dal vento che sposta le nubi, colmo com’ero da tanto tempo dello stesso desiderio di errare anch’io
Ecco, in Un indovino mi disse c'è tutta l'esperienza e il bisogno del viaggio, ben oltre le cicostanze che hanno prodotto il viaggio di cui ci racconta Terzani (la profezia dell'indovino).
Il viaggio che non è mai turismo, che non è quasi mai fuga, che qualche volta può anche non coincidere con uno spostamento fisico, da un luogo all’altro.
Il viaggio che è vero viaggio solo se è anche maturazione, cambiamento, disseppellimento di quanto si cela nel nostro cuore e nella nostra testa.
C'è tutto questo - e naturalmente c'è tutto l'Oriente, c'è tutta l'Asia nel suo incanto e nei suoi drammatici cambiamenti - in questo libro che mi ha regalato emozioni rare.
A mia volta sono stato tentato dal vento che sposta le nubi, colmo com’ero da tanto tempo dello stesso desiderio di errare anch’io
Ecco, in Un indovino mi disse c'è tutta l'esperienza e il bisogno del viaggio, ben oltre le cicostanze che hanno prodotto il viaggio di cui ci racconta Terzani (la profezia dell'indovino).
Il viaggio che non è mai turismo, che non è quasi mai fuga, che qualche volta può anche non coincidere con uno spostamento fisico, da un luogo all’altro.
Il viaggio che è vero viaggio solo se è anche maturazione, cambiamento, disseppellimento di quanto si cela nel nostro cuore e nella nostra testa.
C'è tutto questo - e naturalmente c'è tutto l'Oriente, c'è tutta l'Asia nel suo incanto e nei suoi drammatici cambiamenti - in questo libro che mi ha regalato emozioni rare.
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