martedì 12 aprile 2011

Diceva Fitzgerald, scrivere è nuotare sott'acqua

E che dire di Francis Scott Fitzgerald, lo scrittore in perenne crepuscolo?

Ancora una volta le tre paginette di Silvia Ronchey, la sua vita vera nel suo Il guscio della tartaruga, vale un'intera biografia, anzi, è più di una biografia, è il succo spremuto da una vita.

Vita che fu la storia della lotta tra un tremendo bisogno di scrivere e una serie di circostanze che tendevano a impedirglielo.

Fitzgerald, intelligenza di prim'ordine, in perenne lotta con se stesso, perché intelligenza è coltivare nella mente due idee opposte e ciononostante continuare a farla funzionare

Fitgerald, anzi, i molti Fitgerald:

E gli scrittori, se valgono qualcosa, sono un intero mucchio di individui che si sforza disperatamente di essere un'individualità sola

I giorni peggiori, diceva Fitzgerald, non erano quelli in cui non riusciva a scrivere, ma quelli in cui si chiedeva se scrivere valeva la pena

Perché domandarselo, è già il problema.

Perché, secondo Fitzgerald, scrivere bene è sempre nuotare sott'acqua e trattenere il fiato.

1 commento:

La Terapia del bar: Massimiliano Scudeletti racconta il circo che si fece bar

  Ho dodici anni e passo spesso dietro il bancone , posso prendere qualsiasi cosa tranne gli alcolici naturalmente, ma mi piace guardare il ...