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Moleskine e zaino in spalla, alla Bruce Chatwin. O più semplicemente penna e quaderno. Nel mio immaginario del viaggiatore c'è anche questo: gli strumenti della scrittura, parte essenziale del bagaglio leggero di chi si muove per scoprire, vedere, cambiare se stesso attraversando il mondo. Itinerari che si trasformano in parole, prima ancora che in ricordi. Sere pigre o affaticate concluse tracciando qualche pensiero sulla carta.
Luciano Del Sette ha scritto in Quella volta che in viaggio... Piccole storie dai diari di un turista:
C’erano una volta, ma non è passato neppure molto tempo, una penna e un quaderno che amavano moltissimo finire nelle tasche di chi si metteva in viaggio. La penna cominciava a scorrere sulle pagine bianche del quaderno e ne riempiva ogni spazio... cronache, aneddoti, fatti, pensieri, riflessioni. Riparare al torto, restituire a penna quaderno il loro nobile ruolo è ancora possibile. C’è bisogno che ciascuno di noi accetti di nuovo la bellissima fatica di far scorrere l’inchiostro sulla carta e si rimetta a pensare in proprio. C’è bisogno che ciascuno di noi cominci di nuovo a raccontare, perchè il racconto è l’anima del viaggio. E la penna e il quaderno ne sono, da sempre, l’unica vera espressione.
Mi chiedo se si continua a scrivere in viaggio. Se usano ancora i diari di viaggio. Se la vecchia penna è stata sostituita dal portatile, con tanto di Internet e posta elettronica. Se tutto questo sta cambiando - e come - la letteratura di viaggio.
Sto leggendo Ettore Mo "Treni".
RispondiEliminaCredo l'essenza del viaggio sia la curiosità,molla per la conoscenza e poi la capacità di spogliarsi,di tutto,preconcetti,pregiudizi,degli confort,necessità create da altri.Partire con un cuore leggero e disponibile,con le poche nozioni della civile convivenza,e poi,questo sì,tutto quanto serve per scrivere annotare,anche fotografare ovviamente.Il resto? Intanto partire,però.