venerdì 16 luglio 2010

Tempo di Tour de France, tempo di Gianni Mura

Tanto la corsa langue, e c'interessa di più sapere dove vanno a finire i poeti, quando muoiono

I Tour de France di Gianni Mura stanno tutti in frasi come queste, perché una tappa non è solo una tappa, è molte altre cose che solo alla fine porteranno una ruota davanti alle altre a tagliare il traguardo, sono sciabolate di poesia, indugi enogastronomici, riflessioni morali, citazioni colte, piaceri dei sensi e quant'altro.

Solo un piccolo assaggio:

Si va avanti per un assaggio, e per bere Calvados, naturalmente, come farebbe il commissario Maigret. Devo confessare che continuo a frequentare posti che avrebbe frequentato Maigret e che mangio cose che piacevano a lui e del resto, senza farlo apposta, piacciono anche a me: spezzatino con piselli, una parte del vitello che si chama onglet, in italiano non so, con gli scalogni, e trippe alla maniera di Caen,e caraffe di vino sfuso (non sempre però). Solo girando per le strade piccole e sostando in strani bar-tabaccherie-ristoranti-alberghi, magari con tre camere, si ha la sensazione di capire la Francia, o almeno di capire Simenon, mi voglio rovinare, uno dei più grandi scrittori del secolo. Qualcuno arriverà a dirlo fra cent'anni

Poi c'è anche la corsa, ovviamente, soprattutto la corsa, in questa antologia uscita per Minimum Fax dei più bei pezzi scritti da Mura inviato speciale. C'è tutto il Tour, sublime e spietato, poesia e fatica, gloria e bassezza.

Per chi ama il ciclismo, un libro necessario. Per chi ama la Francia, una sorpresa. Per tutti gli altri, un libro che è un piacere leggere sognando i campi di lavanda della Provenza o l'aria pulita dei Pirenei.

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