sabato 20 marzo 2010

Yehoshua e i suoi consigli di scrittura


Sarà a Roma il prossimo 27 marzo, a tenere la conferenza Come scrivo i miei libri, ma intanto Abraham Yehoshua alcune cose le anticipa sull'ultimo Venerdì di Repubblica, in una bella intervista di Marco Cicala. Mi piace quello che dice, l'autore de L'amante e de Il signor Mani, solo per ricordare due dei suoi più grandi libri.

Per esempio sul racconto come palestra di scrittura: "Sulla breve distanza la lingua si fa le ossa. Può concedersi di essere più intensa, concentrata, poetica".

Sull'importanza della parola parlata come apprendistato: "A trentasei anni, da riservista, venni inserito in un'unità di militari-conferenzieri. Mi spedirono negli avamposti sul Canale di Suez per parlare di letteratura...". A Yehoshua è servito. (ma che esercito singolare, quello che prevede anche i militari conferenzieri di letteratura...)

Sulla sveltezza della narrazione che non rende un buon servizio: "Un omicidio, un suicidio, un divorzio, un tizio che scompare di casa o scompare... Fatti del genere li trovi sempre più spesso sbrigati in poche righe. Mentre nella realtà, anche se durano un attimo, sono stratificazioni complesse. E se capitano a te puoi impazzirci. Nei libri, gli shock dovrebbero toccarti come nella vita"

E un aneddoto letterario che gli piace sempre raccontare:
"A Isaac Babel, l'autore ebreo-russo della geniale raccolta di racconti L'armata a cavallo, l'editore implorava di scrivere infine qualcosa di più lungo delle novelle. Un giorno lo scrittore gli si presenta barcollando sotto un'alta pila di fogli. L'editore esulta. Ma dal mucchio, Babel estrae solo una pagina e gliela consegna: Questo è il prodotto finito. Il resto sono prove":

2 commenti:

  1. Ci sarai? Io credo proprio che ci andrò! In generale, soprattutto giovedì e venerdì.
    ne parlo anche io nel mio blog. Interessante manifestazione.

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  2. Sarebbe proprio da organizzare un viaggetto a Roma... Grazie per la segnalazione

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