Un trentina di anni fa, in occasione di una nuova edizione della Miseria in Napoli, Antonio Ghirelli tentò questa riflessione.
È incredibile come la vita di Jessie White Mario non abbia offerto lo spunto agli scrittori e agli sceneggiatori cinematografici italiani del secolo Ventesimo per un romanzo o un film che avrebbero avuto, contemporaneamente, il pregio della popolarità e il valore di una buona azione politica.
Sono righe che possono richiamarne altre, per esempio quelle di uno scrittore come Luciano Bianciardi, uno che con tutti i suoi interessi e predilezioni aveva coltivato pure l’amore per Garibaldi e l’allergia per ogni storia del Risorgimento troppo ufficiale e troppo scolastica, in grado solo di imbalsamare i protagonisti e di renderceli mortalmente antipatici.
A Bianciardi, che quella storia la intendeva invece come una cosa viva, il Risorgimento emozionava come un romanzo di avventure. Amava raccontarne le vicende al figlio di dieci anni, Marcellino, che una volta gli regalò questo complimento: Sei più bravo di Salgari.
Ecco, non fosse altro che la vita di Jessie è stata degna di un romanzo, ricca come è stata di battaglie e di avventure, di prigioni e di passioni, di amicizia e di solitudine, non fosse altro che per questo sembra impossibile che di lei ci si sia davvero dimenticati.
Tante volte, soprattutto sui banchi di scuola, ci hanno fatto ingoiare nozioni e nozioni su questo o quel personaggio, su questa o quella guerra di indipendenza. Alla fine l’unica vera epopea italiana, l’equivalente nostrano della conquista del Far West o della Rivoluzione francese, con tutti i possibili distinguo, ce la siamo ammazzata con le nostre mani.
Per fortuna che ogni tanto può spuntare ancora una persona come Jessie White a regalarci il senso della complessità e della differenza, il gusto della profondità, la scoperta dell’umanità e della simpatia dove non ce la saremmo più aspettata.
Per fortuna che possiamo trattenere il ricordo di una come Miss Uragano e convincersi che la storia è fatta pure da persone che un giorno prendono e partono e combattono e non mollano.
(da Miss Uragano, La donna che fece l'Italia, Romano editore)
È incredibile come la vita di Jessie White Mario non abbia offerto lo spunto agli scrittori e agli sceneggiatori cinematografici italiani del secolo Ventesimo per un romanzo o un film che avrebbero avuto, contemporaneamente, il pregio della popolarità e il valore di una buona azione politica.
Sono righe che possono richiamarne altre, per esempio quelle di uno scrittore come Luciano Bianciardi, uno che con tutti i suoi interessi e predilezioni aveva coltivato pure l’amore per Garibaldi e l’allergia per ogni storia del Risorgimento troppo ufficiale e troppo scolastica, in grado solo di imbalsamare i protagonisti e di renderceli mortalmente antipatici.
A Bianciardi, che quella storia la intendeva invece come una cosa viva, il Risorgimento emozionava come un romanzo di avventure. Amava raccontarne le vicende al figlio di dieci anni, Marcellino, che una volta gli regalò questo complimento: Sei più bravo di Salgari.
Ecco, non fosse altro che la vita di Jessie è stata degna di un romanzo, ricca come è stata di battaglie e di avventure, di prigioni e di passioni, di amicizia e di solitudine, non fosse altro che per questo sembra impossibile che di lei ci si sia davvero dimenticati.
Tante volte, soprattutto sui banchi di scuola, ci hanno fatto ingoiare nozioni e nozioni su questo o quel personaggio, su questa o quella guerra di indipendenza. Alla fine l’unica vera epopea italiana, l’equivalente nostrano della conquista del Far West o della Rivoluzione francese, con tutti i possibili distinguo, ce la siamo ammazzata con le nostre mani.
Per fortuna che ogni tanto può spuntare ancora una persona come Jessie White a regalarci il senso della complessità e della differenza, il gusto della profondità, la scoperta dell’umanità e della simpatia dove non ce la saremmo più aspettata.
Per fortuna che possiamo trattenere il ricordo di una come Miss Uragano e convincersi che la storia è fatta pure da persone che un giorno prendono e partono e combattono e non mollano.
(da Miss Uragano, La donna che fece l'Italia, Romano editore)
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