lunedì 21 aprile 2014

Le ultime parole dell'imperatore morente

Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più... Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti....

Si conclude così Memorie di Adriano della grande Yourcenar, opera non facile, ma che è da catalogare a tutti gli effetti tra i grandi capolavori di sempre. Opera a cui ritorno sempre e che, vedrete, è fondamentale anche per il mio prossimo libro, in uscita tra qualche giorno.

Giunto al termine dei suoi giorni il grande imperatore scrive una lunga lettera al suo amico Marco Aurelio, guardando con occhio straordinariamente lucido alla sua vita toccata da un singolare destino. L'uomo che è stato il più potente del mondo si avvia da solo alla morte. Non ha troppi rimpianti, perché sa di aver vissuto nel giusto. Sa che la sua opera politica non è mai stata estranea a un senso di umanità.

Che questo porti alla felicità, è un altro discorso, ma di alcune cose è sicuro. Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo, afferma l'imperatore morente.

E noi con lui comprendiamo che la grandezza è questa responsabilità.

Un libro che accoglie nelle sue pagine i problemi degli uomini di ogni tempo. Un libro prezioso per chi si è consegnato all'impegno della politica e a quanti si interrogano sulle effettive priorità della vita.

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