Ho parlato già altre volte di One on One di Craig Brown (edizioni Clichy), uno dei libri che più mi hanno colpito in questi ultimi mesi, sarà che a me piacciono particolarmente le pagine che stimolano la fantasia tramite la prova provata che non c'è niente di più fantasioso della realtà.
L'ho fatto inseguendo alcuni dei 101 incontri straordinari che l'autore mette in fila, in uno spettacolare girotondo dove l'inizio è la fine, la fine è l'inizio e a regnare sovrana in ogni caso è solo la casualità: a volte leggera nel suo manifestarsi, quasi sempre assai più pesa nelle conseguenze che da essa discendono.
Artisti, intellettuali, statisti, dittatori, filantropi.... non fosse per la penna di Craig Brown, che non cerca certo il discorso alto e conclusivo, potrebbe passare per una grottesca danza della vanità. Ma non è questo il senso del libro che piuttosto si muove sulla spinta dell'imprevidibilità dei caratteri umani e delle strane reazioni, non solo chimiche, provocate dalle loro relazioni.
Ce n'è da riflettere, anche così. Ma poi la cosa più bella si scopre solo in fondo. Si può essere anche maledettamente seri nel gioco. E Craig Brown il gioco l'ha scelto difficile e l'ha onorato fino in fondo. Non solo 101 incontri, ma 1001 parole - contate - per ognuno di essi. Il che fa di One on One un libro esattamente di 101.101 parole. Craig Brown si premura di ricordare che anche i ringraziamenti, le citazioni in prefazione, la bibliografia sono di 101 parole: le cose quando si fanno si fanno bene.
Non so se sia più il sudore che gli è costato o il divertimento che si è procurato: comunque tanto di cappello.
L'ho fatto inseguendo alcuni dei 101 incontri straordinari che l'autore mette in fila, in uno spettacolare girotondo dove l'inizio è la fine, la fine è l'inizio e a regnare sovrana in ogni caso è solo la casualità: a volte leggera nel suo manifestarsi, quasi sempre assai più pesa nelle conseguenze che da essa discendono.
Artisti, intellettuali, statisti, dittatori, filantropi.... non fosse per la penna di Craig Brown, che non cerca certo il discorso alto e conclusivo, potrebbe passare per una grottesca danza della vanità. Ma non è questo il senso del libro che piuttosto si muove sulla spinta dell'imprevidibilità dei caratteri umani e delle strane reazioni, non solo chimiche, provocate dalle loro relazioni.
Ce n'è da riflettere, anche così. Ma poi la cosa più bella si scopre solo in fondo. Si può essere anche maledettamente seri nel gioco. E Craig Brown il gioco l'ha scelto difficile e l'ha onorato fino in fondo. Non solo 101 incontri, ma 1001 parole - contate - per ognuno di essi. Il che fa di One on One un libro esattamente di 101.101 parole. Craig Brown si premura di ricordare che anche i ringraziamenti, le citazioni in prefazione, la bibliografia sono di 101 parole: le cose quando si fanno si fanno bene.
Non so se sia più il sudore che gli è costato o il divertimento che si è procurato: comunque tanto di cappello.
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